L’Osservatorio economico della Francofonia dell’Università di Montreal, una risorsa per la Francofonia

L’Osservatorio economico della Francofonia dell’Università di Montreal, una risorsa per la Francofonia
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Poco noto al grande pubblico, l’Osservatorio della Francofonia Economica (OFE) dell’Università di Montreal è al centro delle discussioni relative alle dinamiche di sviluppo della Francofonia. Creato nel giugno 2017 in collaborazione con il governo del Quebec, l’Organizzazione internazionale della Francofonia e l’Agence universitaire de la Francophonie, l’OFE è una delle manifestazioni concrete della Strategia economica per la Francofonia adottata al vertice di Dakar del novembre 2014.

L’Osservatorio è stato lanciato ufficialmente il 14 giugno 2017, durante l’International Forum of the Americas tenutosi a Montreal. Da allora ha creato una rete di esperti sparsi in tutto il mondo francofono. La sua missione principale è fornire prove, in francese, ai decisori nei settori pubblico e privato; mettere in rete i ricercatori francofoni sulle questioni della Francofonia economica; e creare sinergie tra ambienti diversi attraverso attività di influenza e di advocacy. L’OFE svolge un ruolo molto attivo nella condivisione e nel rafforzamento delle capacità nei paesi francofoni, in particolare in quelli del continente africano. L’OFE dà priorità ai giovani e promuove l’uguaglianza tra donne e uomini.

Nell’ambito dei festeggiamenti del Mese della Francofonia, l’OFE ha organizzato, dal 19 al 22 marzo, la quarta edizione della Conferenza internazionale sulla Francofonia economica (CIFE2024), in collaborazione con l’Università di Yaoundé II, nel campus dell’Istituto di Relazioni Internazionali del Camerun. Il tema del CIFE2024 era “Il futuro delle PMI francofone sui mercati globali”.

Le PMI sono i principali acceleratori della crescita e dello sviluppo sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Rappresentano il 93% delle imprese nei paesi non membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e il 95% nei paesi membri dell’OCSE. In Canada, le PMI rappresentano il 98,1% di tutte le imprese con dipendenti (Statistics Canada, 2022). In Francia la percentuale sale al 99%. Nell’Africa sub-sahariana, l’Agenzia dell’Unione Africana per lo Sviluppo stima che nel continente vi siano 44 milioni di micro, piccole e medie imprese, che forniscono l’80% dei posti di lavoro. Nei paesi emergenti, sette posti di lavoro ufficiali su dieci creati provengono da PMI (Banca Mondiale, 2023).

Tuttavia, la partecipazione delle PMI al commercio globale rimane bassa, in particolare per le PMI del mondo francofono. Tuttavia, secondo l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), a causa degli effetti cumulativi delle nuove tecnologie dell’informazione, tra cui in particolare Internet, della crescente apertura dei mercati globali e della comparsa di nuove piattaforme commerciali, le PMI possono diventare attori importanti ed essenziali nel commercio globale (OMC, 2016).

Facendo dell’accesso ai mercati il ​​tema centrale dell’edizione 2024 della sua Conferenza internazionale, l’OFE ha voluto soprattutto mettere all’ordine del giorno delle autorità pubbliche la necessità imperativa di aiutare le PMI africane dell’area francofona a integrare meglio le catene del valore globali. È nell’interesse dei nostri Stati e della nostra comune solidarietà. Oltre ai tradizionali ostacoli commerciali che generalmente devono superare, le PMI dell’Africa francofona sono alle prese con sfide uniche.

Uno studio realizzato dall’International Trade Center (ITC) e dalla Conferenza permanente delle Camere consolari africane e francofone ha dimostrato che le PMI africane hanno un accesso molto difficile ai mercati internazionali, in particolare a causa della loro bassa produttività, ma anche a causa della loro mancanza di conformità agli standard internazionali (ITC, 2018). Secondo questo studio, “solo il 9% delle microimprese vende i propri prodotti/servizi all’estero, rispetto al 25% delle piccole imprese, al 35% delle medie imprese e al 47% delle grandi imprese” (ITC, 2018).

In un approccio dialogico, scambio di conoscenze ed esperienze, CIFE2024 avrà permesso di delineare alcune raccomandazioni risolutamente ancorate alle realtà locali africane. Per quattro giorni, più di 200 esperti provenienti da una ventina di paesi francofoni, un gruppo composto da economisti, manager, sociologi, antropologi, politologi e giuristi, uomini e donne d’affari, attori del mondo politico, economico e socio-culturale, si sono confrontati formulato proposte concrete che delineano nuove possibilità per le PMI francofone in Africa. Che si basano sull’esigenza di trasformazione strutturale delle PMI.

In sintesi, l’esperienza articolata in tredici sessioni tematiche, quattro tavole rotonde, tre sessioni plenarie, una fiera dell’imprenditorialità nonché diversi corsi di formazione per giovani imprenditori avrà consentito ai 600 partecipanti, relatori e relatori, di affrontare le strozzature che le PMI del mondo francofono devono affrontare nel loro sforzo di conquistare mercati subregionali, regionali e internazionali e di avanzare proposte in grado di affrontare le necessarie trasformazioni di adattamento. Molto presto, una relazione di esperti presenterà in modo più dettagliato le raccomandazioni di Yaoundé. Proposte che alimenteranno le future discussioni nell’ambito del vertice della Francofonia previsto per l’ottobre 2024 a Parigi.

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