i ricordi di un maestro sindaco scritti in un libro

i ricordi di un maestro sindaco scritti in un libro
i ricordi di un maestro sindaco scritti in un libro
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Giovedì 30 gennaio, dalle 9 alle 12, Guy Gérard, sindaco della città dal 1980 al 2008, dedicherà il libro edito da Pays histoire et patrimoines, “L’École et la République”, alla sua vita di insegnante e attivista . e magistrato capo.

Puoi riassumerci la tua carriera pubblica?

Arrivato come direttore della scuola elementare di Monsempron nel 1966, presi subito la direzione dell’Associazione Secolare. Nel 1971, il sindaco Kléber Thoueilles mi offrì un posto nella sua lista comunale. Nove anni dopo, nel 1980, dopo la sua morte, dopo che due deputati e un eletto avevano rifiutato la carica e un candidato era stato rifiutato dai compagni di corsa, fu proposto il mio nome e fui eletto. Sono stato così nuovamente per quattro mandati e ho rinunciato al grembiule nel 2008.

Perché questo libro, sedici anni dopo?

Mi è stato chiesto e spinto da amici. In particolare Olivier Poitrenaud, coltivatore di susine con sede a Saint-Vite, molto coinvolto nel cinema Liberty e nel Pays histoire et patrimoines. Mi chiedeva spesso della mia vita da sindaco e un giorno mi disse: “Scrivilo”. Ho rifiutato e lui si è offerto di farlo sotto forma di intervista.

Di cosa parla il libro?

Racconto con molta semplicità i miei trentasette anni di mandato e i problemi quotidiani di un piccolo paese: quelli grandi, ma anche gli incontri belli e i bei momenti.

Quali argomenti hanno attirato particolarmente la tua attenzione?

La situazione industriale del comune e del bacino del Fumélois è stata al centro delle mie preoccupazioni durante tutti i miei mandati. La deindustrializzazione, con la perdita di 400 posti di lavoro nelle fornaci – con conseguente calo del 75% delle entrate fiscali professionali – è avvenuta mentre avviavamo lavori molto importanti, come la costruzione del collegio, il restauro del priorato per trasformarlo in un edificio culturale, il centro Michel-Delrieu e il bacino di iniziazione.

Parli anche delle origini del tuo impegno…

Il mio impegno è legato alla mia storia. Innanzitutto è stata una famiglia di ferrovieri, usciti dalla guerra, che sicuramente mi ha predestinato ad essere attento alle condizioni di vita della gente. La possibilità di entrare nella Scuola Normale dei Professori mi ha poi permesso di comprendere le sfide della scuola laica nella Repubblica. Mi ha spinto anche nella mia vita di sindaco a fare tutto il possibile per favorire l’istruzione e l’accesso alla cultura, che sono sempre stati il ​​motore delle mie decisioni.

Come possiamo riassumere il libro?

Questo non è un libro di memorie, né un libro di rimpianti [la fin de son mandat et sa succession manquée restent toutefois comme une cicatrice ouverte, NDLR]né alcun regolamento di conti. Sono semplicemente ricordi; una testimonianza che, spero, permetterà ai giovani di conoscere questo periodo cruciale di Fumélois e di comprendere meglio l’ambito della vita in cui vivono. Vuole anche dimostrare che il potere attribuito agli eletti è insignificante rispetto a quello del denaro.

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