romano
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Un sommergibilista solitario vede la sua vita quotidiana scossa da una passione amorosa divorante.
Adrian vive in una bolla d’acciaio. Per mesi, ha indagato con lei “orecchio d’oro” il fondale marino alla ricerca di una minaccia, di qualsiasi oggetto che il sottomarino nucleare della Royal Navy possa evitare. Lì la vita quotidiana del quarantenne è ben regolata, rassicurante perché stabile e meccanica. Ma quando deve emergere, fatica a trovare il suo posto e le manca la calma delle acque scure. Il suo ultimo ritorno sulla terra è tanto più brutale quando apprende della morte di suo padre durante la sua missione. Perdendo completamente l’orientamento, il soldato si dirige verso l’altra sponda della Manica. Ascolta le acque vive fa eco al Coraggio di cui hanno bisogno i fiumi (Albin Michel, 2017), un altro libro di Emmanuelle Favier. Dalle pianure bretoni ai Balcani, Adrian come Manushe sono donne forti e mascoline, le cui convinzioni si infrangono rapidamente.
“Tintinnare dei gimbal, borbottio delle pompe”
La storia è un tuffo sonoro e soffocante. Proprio come questo specialista in analisi acustica ascolta i mari, noi ascoltiamo con attenzione «[…] questo complicato tessuto sonoro che amalgamava il rombo rallentato dei motori, il ticchettio dei gimbal, il borbottio delle pompe e delle macchine e da cui usciva, di tanto in tanto, una voce umana distorta da un microfono di scarsa qualità che trasmetteva qualche messaggio, ordine o avviso.. Il rumore
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