Se Marie Grazia Calandrone qui non dice nulla sulle circostanze in cui è venuta a conoscenza della sua storia o sul modo in cui ha convissuto con essa, ci descrive passo dopo passo la meticolosa indagine in cui si è imbarcata sulle tracce dei suoi genitori. E raccontare il loro viaggio, nutrito dalla frequentazione di luoghi, archivi e cartelle cliniche. Il testo che dedica loro li riporta in vita, dalla vertigine delle supposizioni e degli scenari possibili alla constatazione dei fatti quanto più precisi possibile. “Questo libro vuole essere un lavoro di trascrizione e testimonianza dell’energia indelebile che possiedono le cose. La verità sta nei fatti, liberati dal nostro punto di vista”. Così avanza l’autrice: non accontentandosi dell’argomento emotivo, affronta “il suono dell’osso della realtà”.
Agisci in pieno giorno
Se è accattivante, il titolo scelto da Maria Grazia Calandrone, Mia madre è una notizia, è soprattutto riduttivo: una notizia, certo, ma solo dal punto di vista degli altri, perché quello che scopre sua figlia dimostra che questa madre è soprattutto una donna libera, determinata nonostante le sofferenze sopportate, che ha avuto come guida solo l’amore. Poiché Lucia «agisce in pieno giorno, sperimenta ciò che sperimenta davanti a tutti non con indifferenza, ma decisa e cosciente della propria volontà e del diritto naturale del suo amore». Maria Grazia è figlia di una madre che ha saputo padroneggiare se stessa, anche nella propria scomparsa.
gabbianoSolo i fatti raccontano chi siamo, ce lo dicono innanzitutto a noi stessi. Noi, che siamo la nostra sorpresa.
Con una scrittura che unisce struggente poesia a franca determinazione, perfino implacabilità, Maria Grazia Calandrone traccia una storia straordinaria, unendo testimonianze, ricordi, tracce, oggetti, ritagli di giornale e documenti ufficiali. Da questa indagine avviata senza sapere cosa avrebbe portato, il giornalista, insegnante e poeta ci offre risultati che delineano anche un’epoca in cui dilaga la violenza sociale e l’assenza di pietà. Il che accentua dolorosamente la solitudine di Lucia, una solitudine che facilmente immaginiamo comune a molte donne della società corsettata italiana dell’epoca.
Prima di Annie Ernaux c’era Tove Ditlevsen
Riconosciuta solo dalla madre, la piccola Maria Grazia era una figlia illegittima, anche agli occhi della sua stessa famiglia, che si rifiutò di accoglierla. Tuttavia, ha ricevuto la cosa più preziosa che un padre e una madre possano lasciare in eredità: un amore incommensurabile. Grazie alla “complessa architettura” di questo abbandono che rivela “un progetto intelligente”, presto altri genitori subentreranno, suggellando un futuro. Nella foto di Lucia scattata alle elementari, Maria Grazia Calandrone ha ritrovato alcuni tratti della propria figlia. Anche la resa può essere un dono.
⇒ Maria Grazia Calandrone | Mia madre è una notizia | storia | tradotto dall’italiano da Nathalie Bauer | Globo | 367 pp., €22, digitale €17