Yves Harté, “Tra le altre solitudini” (Le Cherche Midi)

Yves Harté, “Tra le altre solitudini” (Le Cherche Midi)
Yves Harté, “Tra le altre solitudini” (Le Cherche Midi)
-

Torniamo al padre. “Mio padre è morto in inverno, all’inizio del 2004, quando stava per compiere settant’anni. […] Eravamo diventati gradualmente estranei. Abitava in una fattoria tozza piantata su una collina al limite delle Landes e dei Pirenei, una residenza solida dai muri spessi, l’antica tenuta dei suoi genitori, dove si era rinchiuso dieci anni prima. » Questo figlio, questo orfano, è il narratore del secondo romanzo di Yves Harté dopo il suo splendido e inaugurale La mano sul cuore (Cherche-Midi, 2022). Riguardava la Spagna, El Greco e un amico scomparso. Questa volta, anche se i paesaggi sono più quelli della Guyenne, della Guascogna, delle Landes, di Bordeaux, sono soprattutto interiori e Harté canta sempre la canzone della partenza, dei lenti addii.

Il narratore, giornalista televisivo regionale, si reca quindi a casa del padre per finire di svuotarla, dopo averla messa in vendita. Per completare anche qualcosa come un ricordo. Questo ritorno non avviene senza problemi, diffuso qua, significativo là. Piano piano si ritrova tutto, e in particolare una serie di racconti scritti dal figlio molti anni prima e conservati con cura dal padre che li ha raccolti in un fascicolo, raggruppandoli sotto il titolo “Solitudini”. Tra loro, frammenti di vite perdute, cancellate. Solitudini appunto, irrefragabili. Nella casa di famiglia che riscopre a tentoni, al calare della sera, il giornalista si mette alla ricerca delle proprie battute per indovinare forse meglio cosa in esse fermò suo padre… Ed eccoli presentarsi al richiamo della memoria, fragili, quasi timidi. spettri, colonne di un bistrot di Bordeaux, un’ex Miss Bordeaux ormai bloccata nell’obesità, un uomo divenuto disabile in seguito a un incidente stradale, un figlio alcolizzato di una famiglia decaduta che vive con la madre, “un ragazzo grande e solitario che non parla con nessuno” e che non lascia traccia, un insegnante dal percorso di vita spezzato che forse ama un po’ troppo i ragazzi e infine un vecchio solo nella sua fattoria. Freaks, traiettorie interrotte, linee spezzate.

Con fluidità e anche infinita delicatezza, Yves Harté intreccia queste storie ancorate a un tempo ormai passato (la fine degli anni ’80?) con quella di questo ritorno al paese perduto di un uomo che capirà gradualmente quanto gli sia legato. Ritorno al paese, cioè ritorno al padre, ovviamente. A quali furono i pilastri della saggezza di quest’uomo di poche parole: la sua infanzia, la sua biblioteca, la sua squadra di rugby, il suo attaccamento a una terra la cui forza non è mai esclusiva… Tutto questo, che prende i colori dell’autunno, del il cielo, del bosco, è molto bello. Con La mano sul cuore, il romanziere da allora aveva scritto dell’amicizia e delle sue complessità. Questa volta non è impossibile pensare che siamo di fronte ad un grande libro di trasmissione.

Yves Harté
Tra le altre solitudini
Cerca mezzogiorno

Tiratura: 4.500 copie.
Prezzo: 19€; 160 pag.
Codice ISBN: 9782749179322

-

PREV Un’estate in omaggio all’80° anniversario della morte di Antoine de Saint Exupéry
NEXT François-Henri Désérable, vincitore del Premio Montaigne 2024