Dopo aver raccolto e curato gli scritti di Massenet per Vrin, Jean-Christophe Branger gli ha dedicato a Fayard una biografia molto dettagliata.
L'autore ha passato al setaccio il souvenir scritti dal compositore, incrociandoli con testimonianze, comunicati stampa, corrispondenza. Dimostra l'importanza delle donne nella sua ascesa (a cominciare da sua madre e sua sorella) e descrive dettagliatamente gli sviluppi di una sensibilità condivisa tra “fasi di scoraggiamento” ed “episodi di gioia o di intensa creatività”. Il giovane virtuoso del pianoforte affascinato da Wagner (per il quale girò le pagine durante il soggiorno del maestro a Parigi) divenne l'amato allievo di Ambroise Thomas. Vince il Prix de Rome grazie all'appoggio entusiastico di Berlioz e soggiorna a Villa Medici: un periodo felice per Massenet, segnato dall'incontro con la futura moglie. Di mentalità insolitamente aperta (in particolare nel suo corso di composizione al Conservatorio), volutamente altruista, è ora un maestro che “non esprime mai le sue opinioni a caso e raramente rivela la profondità dei suoi pensieri, cosa che spesso gli verrà attribuita.
Convinzioni repubblicane
Se questo membro dell'Istituto “fustiga il modernismo del suo tempo”, le sue convinzioni repubblicane e progressiste traspaiono nella sua musica, spiega Branger: Brumaio, I Rosati, Teresa celebrare l'era rivoluzionaria senza manicheismo, il Scene alsaziane riflettono la nostalgia per i territori perduti e non uno spirito di vendetta, l'oratorio La Terra Promessa va contro l'antisemitismo esacerbato dal caso Dreyfus… Soprattutto, Branger fa luce sulla genesi di una moltitudine di capolavori e di partiture a volte perdute o distrutte. Suscita curiosità anche la scoperta di bellezze dimenticate, come L'adorabile Belboulun gioiello comico del 1874.
Jules Massenet di Jean-Christophe Branger. Fayard, 1068 pag., €49.
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