“Sette case vuote”, “Urushi”, “L’uccello rosso. Memorie di una donna Dakota »…

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LA LISTA DEL MATTINO

Autori da tre continenti che esplorano tutte le dimensioni del mondo: nei libri della settimana regnano mescolanze e sorprese. Con, innanzitutto, i racconti dell’argentina Samanta Schweblin, tra fantasia e realismo sociale, letti per “Le Monde des livres” di Neige Sinno. Ma anche il nuovo romanzo del quebecchese Aki Shimazaki, che apre il campo delle possibilità all’infinito; L’uccello rosso, di Zitkala-Sa (1876-1938), membro della Dakota Nation, prima autobiografia di una donna nativa; l’ultimo volume della saga Alma, di Timothée de Fombelle, sulla tratta transatlantica degli schiavi; e, nella Francia contemporanea, l’indagine dettagliata e sagace del sociologo Gaspard Lion sulle 100.000 persone che vivono tutto l’anno nei campeggi francesi.

NOTIZIA. “Sette case vuote”, di Samanta Schweblin

In Sette case vuote, raccolta di racconti di Samanta Schweblin, scrittrice nata in Argentina nel 1978 che vive in Germania, ci sono sì sette racconti, ma non sono propriamente storie di case, e, se ci sono case, non sono vuote. Nella prima storia, una madre e sua figlia si perdono, e dovranno ritrovare la strada in un quartiere abitato da persone che hanno vite più ordinate e meno caotiche della loro. Guardano le case e si spingono anche un po’ oltre, sfidando il divieto di entrare nelle case delle persone. Ma perché lo fanno? Lo chiede la ragazza alla madre, che non risponde, perché non spetta a lei rispondere, tocca a noi lettori.

La scrittura di Samanta Schweblin si colloca spesso in una tradizione di racconti fantastici o allegorici – Julio Cortazar (1914-1984), Jorge Luis Borges (1899-1986), Franz Kafka (1883-1924) – la cui eredità costituisce un’interessante traccia di lettura. Ma si percepisce nei suoi testi anche un’estrema attenzione ai dettagli della realtà sociale, che esprimono lo sgomento dei personaggi di fronte alle minacce del nostro mondo. Ma quello che vediamo è anche quanto sia meraviglioso che tutto resti insieme in mezzo a così tante possibilità di caos. Questo incontro tra paura e meraviglia è una costante in queste narrazioni che producono momenti di epifania nel lettore, che capisce che il mondo che aveva configurato nella sua mente sta perdendo la sua solidità, e che deve fidarsi di una voce dolce e inquietante che gli dirà dove stiamo andando adesso. N.S.

“Sette case vuote” (Siete casas vacias), di Samanta Schweblin, traduzione dallo spagnolo (Argentina) di Isabelle Gugnon, Grasset, “En lettres d’ancre”, 176 pag., 18 €, digitale € 13.

ROMANZO. “Urushi”, di Aki Shimazaki

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