Il giornalista Christophe Deborsu pubblica un romanzo belga-belga e bilingue

Il giornalista Christophe Deborsu pubblica un romanzo belga-belga e bilingue
Il giornalista Christophe Deborsu pubblica un romanzo belga-belga e bilingue
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Christophe Deborsu immagina in un primo romanzo bilingue il destino di un Belgio attraversato da fratture che il giornalista conosce bene.

Alcuni diranno che è un sacerdozio, altri una vena, ma una cosa è certa: il giornalista Christophe Deborsu è un vero belga, l’unico che può vantarsi di essere sia un noto vallone che un Bekende Vlaming. Comunque, ama e difende da tempo un Belgio fatto prevalentemente di fiamminghi e francofoni, bilingue, unitario, e facendo delle sue differenze un bene comune, come ha fatto nella vita privata (sua moglie è di Anversa, vive tra Schelle e Namur, hanno scritto un libro insieme). Di questo Belgio che si sfascia, ne parla, in francese, quasi ogni domenica a pranzo in televisione davanti a pollo e composta (Non è domenica tutti i giorni, su RTL-TVI), e anche regolarmente, in olandese, sulla televisione fiamminga e talvolta nei libri. La ama così tanto che da quasi 20 anni immagina la possibile separazione! Lo spettacolo Ciao ciao Belgio, chi ne simulava la fine era già lui, tra gli altri. Ed eccolo di nuovo oggi, a due passi dalle elezioni, in francese e in olandese, in una distopia divertente e giocosa che ancora una volta immagina il peggio, o il meglio, spiegando fino alla caricatura i valloni ai fiamminghi e i fiamminghi ai valloni, e che pare vada anche a ruba ai banconi delle librerie e alle casse dei supermercati. Un fenomeno popolare quindi, quello questo Bente e Baldovino -O Bente e Boudewijn se la consideriamo al contrario, visto che questo primo romanzo si presenta, ovviamente, in entrambe le lingue. Ed è sottotitolato dall’autore, che non ha paura, Una brutta storia belga. Ma prima belga.

In Bente e Baudouin (edizione Borgerhoff & Lamberigts)Christophe Deborsu immagina una storia d’amore à la Romeo e Giulietta tra Bente l’Essenoise e Baudouin le Dinantais, che si innamora subito di lei: ” Capelli biondi. Occhi azzurri. Grande. Snello. Quindi fiammingo, insomma. Voglio dire: così sexy. » Solo che la storia d’amore si trasforma rapidamente in un dramma alla Bonnie e Clyde: Bente è anche un fiammeggiante nazionalista e groupie del Vlaams Belang, al quale le prossime elezioni, già avvenute nel romanzo, danno spunti: “ Il risultato delle doppie elezioni dello scorso anno, il 9 giugno e il 13 ottobre 2024, dà tanta speranza. È tempo di vedere l’emergere di uno stato fiammingo a pieno titolo che non si limiti all’adesivo VL accanto alla targa della nostra auto, una Peugeot ovviamente, con il suo bellissimo logo a forma di leone, simbolo delle Fiandre. Vlaams Belang e la N-VA devono unire le forze. » Meglio o peggio, Bente e i suoi amici separatisti immaginano uno scenario tanto idiota quanto radicale: il rapimento di Bart De Wever, di cui daranno la colpa ai valloni, portando alla separazione del Paese… Cosa succederà? ? Sta a te scegliere, dopo un “test” abbastanza chiaro, che ti identificherà come separatista o belga. E a ciascuno il suo. Prima di ciò, l’autore avrà moltiplicato l’andirivieni temporale, affogato la sua storia in notizie, note abusate, sottonote, autocitazioni e mise en abyme, ma sarà stato fedele al suo obiettivo: fare il Belgio” un simbolo globale di amore che può rinascere”. Lode o sacerdozio, chi lo sa.

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