Grand Prix des Lectrices 2025: ecco i primi 3 libri della selezione (1/8)

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Un primo gruppo di giurati legge la prima selezione da noi stabilita. Ne seguiranno altri sette, di cui emergeranno otto finalisti in ciascuna categoria, che i nostri centoventi giurati selezionati leggeranno, giudicheranno e valuteranno. Per ora, rallegriamoci che “Proper”, un formidabile romanzo cileno, duro e intransigente, sia arrivato in finale. Più dolcezza nella saggistica: “Allora è bello”, il libro omaggio della scrittrice e artista Clémentine Mélois a suo padre, commosso, toccato, trasportato. L’entusiasmo è meritato. Infine, dal lato della polizia, la croata Jurica Pavicic svela l’altra faccia del mare e fa della cittadina costiera di Spalato il teatro di un sordido crimine e di vitali casi di coscienza. Un ritorno a scuola col botto.

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Finzione

“È un romanzo impossibile da mettere da parte, che ci trasporta nei pensieri e nei ricordi di Estela che ha trascorso sette anni a porte chiuse al servizio di una famiglia: “Il Signore”, “La Signora” e “La piccola”. Il piccolo è morto, lo sappiamo subito. E sola, in una stanza vuota, Estela racconta la sua vita quotidiana di domestica tuttofare, nutrita, ospitata, trattata bene, sì, ma… I mille cammini, la solitudine, la realtà che a volte vacilla, le cose che solo esistono perché così possiamo chiamarli, l’indifferenza tra persone che vivono sotto lo stesso tetto… Nei ricordi, nelle divagazioni, nella durezza dei compiti costantemente rinnovati, si dice qualcosa di universale. Pagina dopo pagina, una suspense virtuosa cattura il lettore. Vogliamo sapere. Straordinario. » Sophie Delaporte

“Proper”, di Alia Trabucco Zerán, tradotto dallo spagnolo da Anne Plantagenet (Robert Laffont, 271 p.).

Saggistica

“L’autrice ci immerge nella storia della sua famiglia alle prese con la malattia del padre e che, quando si rende conto che la fine si avvicina, sceglie di accompagnarlo aggiungendo umorismo e colore. Il padre stesso partecipa ai preparativi, progetta la sua tomba, chiede che vi sia collocata una croce smaltata, sceglie il suo vestito e gli oggetti che lo seguiranno nella bara. Più la malattia peggiora, più la famiglia cerca di colorare il tempo che resta. La bara è dipinta di blu, il deambulatore di rosso. La pratica dell’umorismo è essenziale per affrontare la paura. Quando arriva la fine, restano i ricordi che popolano i sogni. E come dice l’autore: “Le persone che ami non sono morte, sono scomparse e con un pensiero siamo ancora loro vicini”. »Silvia Ludwig

“Allora va bene”, di Clémentine Mélois (Gallimard, 202 p.).

Poliziotto

“Siamo a Spalato, lontani dall’immagine da cartolina di questa cittadina di mare. Una giovane ragazza, Viktorija, viene trovata morta in una fabbrica abbandonata. In questo romanzo poliziesco la trama passa in secondo piano a favore di un’analisi dell’onda d’urto provocata da questa tragedia, e il lettore è invitato a porsi la questione del peso dei legami di sangue. Per Zvone, l’investigatore, Ines, che si accontenta di una vita a buon mercato, e Katja, che ogni mattina va a pregare la Vergine dei Sette Dolori e sa che i figli maschi sono una maledizione per le madri, la morte di Viktorija funge da dolorosa rivelazione. Chiudiamo questo libro con il profumo di uova fritte e pancetta, la sensazione di aver viaggiato e questa domanda assillante: “Cosa avrei fatto al loro posto?” » Sophie Delaporte

“Mater Dolorosa”, di Jurica Pavicic, traduzione dal croato di Olivier Lannuzel (Agullo, 396 p.).

Questo mese i nostri giurati leggono nella categoria Fiction: “Proper”, di Alia Trabucco Zeran (Robert Laffont), “Martyr! », di Kaveh Akbar (Scribes) e “Missed Love”, di Susie Boyt (La Croisée). Nella categoria Saggistica: “Allora è bello”, di Clémentine Mélois (L’Arbalète Gallimard), “La notte si aggiunge alla notte”, di Ananda Devi (Stock). Nella categoria Thriller: “Le Murmure des Hakapiks”, di Roxanne Bouchard (L’Aube) e “Mater Dolorosa”, di Jurico Povicic (Agullo).

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