Gideon Schwartz ripercorre la storia dell’hi-fi dall’invenzione del fonografo nel 1877 fino agli anni 2000.
Troppi pochi libri sono dedicati all’hi-fi visto come arte di vivere e di design. Esiste infatti il Progettazione del suono dell’inglese David Attwood pubblicato da Mitchell Beazley, ma non è stato tradotto ed è ben lungi dal rivendicare la stessa ricchezza iconografica di questa nuova pubblicazione. Altri lavori, sempre in inglese, hanno ripreso il punto della rappresentazione di questo hobby nella pubblicità (Erotismo audioFuel éditions, aprile 2024), mentre la maggior parte di quelli pubblicati in francese affrontano l’argomento da un punto di vista puramente tecnico, con diagrammi forti e teoria elettronica.
Gideon Schwartz ripercorre la storia dell’hi-fi, dall’invenzione del fonografo da parte di Thomas Edison nel 1877 fino all’ultima sezione intitolata “Anni 2000, la rinascita dell’analogico nell’era post-digitale”, mettendo in prospettiva, decennio dopo decennio, il tendenze di fondo che hanno mobilitato le aziende più importanti. Lo fa puntando sulla fascia alta, quella che fa sognare l’assoluto all’audiofilo – non si tratta quindi, lungi da esso, di un approccio enciclopedico.
Tempi eroici
Ex avvocato e fondatore della società di apparecchiature audio ultra-high-end Audioarts di New York, Schwartz è consulente hi-fi per personaggi come Rick Rubin (Def Jam, American Recordings) e James Jebbia, CEO della casa di Supreme cucito. È anche autore di Rivoluzione: la storia del design del giradischisempre a Phaidon. L’introduzione alla sua nuova opera offre un interessante sguardo indietro ai tempi eroici, dove apprendiamo in particolare che Clément Ader, il pioniere dell’aviazionezione, fu anche l’inventore nel 1880 del Théâtrophone, la prima rete telefonica collegata all’Opera di Parigi che permette l’ascolto dal vivo e in stereo a casa. Musica connessa ante litteram… Gli anni ’50 furono quelli dell’avvento del registratore, i dieci successivi furono quelli del pop dove lo stereo si impadronì delle case. Poi arriva il anni settanta e la nascita dell’audio di fascia alta, che negli anni ’80 si arricchisce con l’introduzione del CD, passando il testimone a anni novanta e ciò che Schwartz riunisce sotto il termine “il ritorno del tubo a vuoto”.
L’autore ha fatto delle scelte: i marchi americani e inglesi sono sotto i riflettori, così come alcuni produttori giapponesi come Kondo Audio Nota, Stax, Sony, Nakamichi o Marantz e un pannello più piccolo dei marchi europei – ad esempio, ignora Nagra, ma non Studer-Revox né Thorens o EMT. Jadis (tanti) e Totaldac (pochissimi) difendono la bandiera francese. Un libro d’autore quindi, da apprezzare come tale, e un bellissimo viaggio facilitato dai testi tanto accessibile quanto documentato servito da un’iconografia qualità.
Una storia di progettazione audio di fascia alta di Gideon Schwartz. Phaidon, 272 pag., 69,95 €.