rapina, facciate e apparizioni a Ginevra

rapina, facciate e apparizioni a Ginevra
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Q Troviamo in Un animale feroce tutti gli ingredienti che hanno decretato il successo dei tuoi romanzi: una trama labirintica, numerosi colpi di scena, un continuo avanti e indietro tra passato e presente e, soprattutto, una suspense mozzafiato che rende il libro impossibile da mettere da parte. Pensi che come autore, quando hai trovato una formula che funziona, dovresti rimanerle fedele?

R È vero che troviamo qui una narrazione che mi è cara e che appartiene un po’, secondo me, alla tradizione orale, forse perché vengo da una famiglia in cui mi hanno raccontato molto di storie – Andersen, il grande russo racconti… Penso che ci sia qualcosa di simile a questo nei miei libri. È la mia firma ed è un invito del lettore al quale dico: vieni a sederti con me accanto al fuoco, ti racconterò una storia. E il lettore che mi ha già letto, quando compra il mio nuovo libro, aspetta questo invito, è un po’ pronto. Si aspetta di leggere un romanzo un po’ thriller che lo porterà dentro una storia e lo porterà fuori dalla sua vita quotidiana. E lo penso [cette construction] Aiuta anche a catturare l’attenzione del lettore.

D Finora hai ambientato quasi tutti i tuoi romanzi negli Stati Uniti, anziché in Svizzera. Cosa ti ha spinto a voler costruire una trama che si svolgesse vicino a casa questa volta?

R Essere a Ginevra, dove sono nato, dove vivo tuttora e dove ho trascorso gran parte della mia vita, è il piacere molto speciale di essere a casa e anche di poter condividere questa vita con i miei lettori. È stato un desiderio, quasi ovvio, che ha preso piede subito. Non avevo ancora l’idea per il libro, ma sapevo subito che l’ambientazione sarebbe stata Ginevra, perché volevo tornare a casa.

D. Cogli ancora l’occasione per fare qualche cenno al Quebec…

R Il Quebec è un paese importante per me. Conosco particolarmente bene Montreal, dove mi trovo spesso: mia moglie è di Montreal e ora ho parte della mia famiglia a Montreal. Non c’è molto che mi trattenga dal fare il passo successivo e scrivere un libro ambientato in Quebec e Montreal, a parte la grande difficoltà che avrei con la lingua!

D. Al centro del romanzo c’è questa coppia apparentemente perfetta che tutti invidiano. Perché hai voluto dimostrare che, a volte, anche sotto le patine più belle – e le zone più belle di Ginevra – si nascondono verità che nessuno avrebbe sospettato?

R È un libro che si svolge a Ginevra, ma con una storia, facciate e apparenze che sono, in fondo, cose molto universali: tutto ciò che non raccontiamo, questa ossessione di apparire sempre nella nostra luce migliore, l’immagine che abbiamo abbiamo costruito noi stessi e che trasmettiamo agli altri, diversi o un po’ distorti dalla realtà per apparire migliori di quello che siamo. Ad esempio, i personaggi di Sophie e Arpad, all’inizio del libro, vengono mostrati come una coppia perfetta. Ma in realtà non è così che si presentano; è così che vengono percepiti.

D I tuoi romanzi sono sempre chiaramente ambientati nel tempo, il che permette al lettore di non perdere il conto quando torni indietro di 10 anni o 20 giorni per raccontare parte della storia. Scrivi partendo da un piano dettagliato?

R Non ho sempre un piano quando mi imbarco nell’avventura di un libro perché ho l’impressione che mi dia una forma di libertà, che per me è molto importante. Il piano arriva man mano che avanzo nel libro e comincio a capire cosa sto facendo. In quel momento, poco a poco, il progetto prende forma e io torno a consolidarlo, ridisegnarlo, perfezionarlo.

D Hai già un nuovo romanzo in lavorazione?

R Ho sempre idee, diverse strade e non so ancora bene quale sarà quella giusta. Poi all’improvviso qualcosa scatta. Sono davvero pessimo nel fai da te e una delle mie prove sono gli stemmi o i mobili dell’IKEA, dove pensi che sia molto semplice. Io, quando inizio ad assemblarli, mi mancano sempre dei pezzi; ma dopo il panico, dopo il caos, dopo questa sensazione che non ce la farò mai, all’improvviso capisco cosa devo fare, tutto combacia e ho la sensazione di essere il tuttofare dell’anno, l’eroe del martello e la vite [rires] ! Quando tutto diventa così chiaro e tutto è ovvio, quello è l’inizio del libro; ma non ci sono ancora.

>>>Un animale feroceJoël Dicker, 400 pagine (Rosie e Wolfe)>>>

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