Brian Evenson, discordanza fatale – Libération

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Il quaderno dei Livres de Libécaso

Ventidue fantastici racconti dello scrittore americano in “Rhyme for the Dissolution of the World”.

Qualunque sia l’angolazione, la ragazza sembra sempre essere di spalle. Capelli davanti, capelli dietro, senza volto. Come se ne avesse perso la metà, accumulando due posteriori. È con questo racconto (“Qualunque sia la direzione”) che si apre Rima per la dissoluzione del mondo. La dice lunga su ciò che attrae Brian Evenson: l’impasse in cui il corpo può metterci, l’impotenza a uscirne. Questa notizia è stata ispirata da una fotografia in bianco e nero trovata durante una svendita. Sopra, una dozzina di adulti spaventati e dimostrativi gesticolano davanti a una bambina dai capelli lunghi da dietro. Probabilmente nessuno capriccio, l’angolazione della telecamera deve aver acceso l’immaginazione dello scrittore. L’idea di “Occhiali” gli è venuta quando ha dovuto decidere di usarli per leggere. Una banale situazione di regressione oculare trasformata dalla finzione in un orribile viaggio attraverso lo scenario.

A 40 anni, il suo personaggio, Geir, si ritrova nella sua stessa situazione e, per caso, immobilizzata in un villaggio sconosciuto, compra un paio di occhiali in farmacia. Lo strano venditore lo consegna “biofocali” detto : “Ti avverto: vedrai, ma sarai anche visto. Forse preferisci gli occhiali da lettura? Arrivando a casa, comincia a vedere le ombre, “come se fuggisse da uno squarcio nel tessuto della realtà”. La storia finisce molto male, Evenson difficilmente si esercita <

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