Andate a vedere “Il pianeta delle scimmie – Il nuovo regno”, il film dalle sfide tecnologiche innovative?

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immaginato nel 1963 dall’autore de “Il ponte sul fiume Kwai”, in questo caso il francese Pierre Boule, “Il pianeta delle scimmie” occupa un posto speciale nel cuore degli appassionati di fantascienza. Non è un caso, quindi, che sia stato rapidamente adattato per il cinema, alla presenza della star Charlton Heston. In totale, una prima ondata di cinque lungometraggi di varia qualità ma che hanno la particolarità di affrontare il razzismo attraverso il conflitto tra esseri umani e scimmie intelligenti. Bisognerà poi attendere il 2001 affinché un certo Tim Burton provi a rilanciare il franchise… Un fallimento, il vero “reboot” essendo avvenuto dieci anni dopo attraverso la parte “Origins”.

Riferimenti

Un blockbuster solido, costellato di riferimenti all’opera originale, che riesce a trovare la sua personalità ritornando alla storia di Cesare, il primo scimpanzé dotato di parola e considerato il dio delle scimmie. Una trama continuata in due opere “western” firmate dall’eccellente Matt Reeves, che nel frattempo è passato a filmare Robert Pattinson nei panni di Batman. Ciò dimostra il peso che grava sulle spalle del regista Wes Ball, anche dietro la macchina da presa della trilogia di “Labyrinth” e, prossimamente, dell’adattamento del videogioco “The Legend of Zelda”. L’azione di questo “Nuovo Regno” si svolge trecento anni dopo la morte di Cesare in un mondo ora governato dalle scimmie e dove un virus ha fatto perdere la capacità di parlare alla stragrande maggioranza dei sopravvissuti.


Questa nuova variazione non manca di qualità, a cominciare dalla scrittura dei suoi personaggi.

Studi del XX secolo

Pur non essendo un film essenziale della saga, soprattutto a causa della mancanza di scene davvero sorprendenti, questa nuova variante non manca di qualità, a cominciare dalla scrittura dei suoi personaggi, come il duo di eroi formato dalla scimmia Noa e dall’umana Mae. . Ciascuno collabora con l’altro, ma non mette mai in discussione i propri obiettivi, che in definitiva sono piuttosto opposti. Ma per ora il loro obiettivo è porre fine al regno del tiranno Proximus Caesar. Senza dubbio, quest’ultimo è il vero punto forte di quest’opera, con il suo sguardo, che lascia il segno, ma soprattutto con le sue azioni, questo pericoloso bonobo spinto dalla paura di tornare in gabbia se gli umani dovessero riconquistare la loro intelligenza.

Proximus César è senza dubbio il vero punto forte di quest’opera

Cattura del movimento

Irriconoscibile, l’attore canadese Kevin Durand interpreta questo carismatico cattivo. Il processo di trasformazione non ha richiesto alcun trucco, poiché la produzione ha utilizzato la tecnologia “performance capture” che permette di trascrivere gesti ed espressioni con grande fedeltà. Un’esperienza unica per l’interessato.

“Distaccarsi totalmente dal proprio aspetto fisico permette di concentrarsi esclusivamente sul personaggio e sulla storia”

“La cosa principale era affrontare questa esperienza con una mente aperta”, dice. All’inizio c’era una leggera apprensione, ma provare qualcosa di diverso e imparare a lavorare in modo diverso mi ha entusiasmato immensamente. Risultato: è stata una liberazione. Distaccarti completamente dal tuo aspetto fisico ti permetterà di concentrarti esclusivamente sul personaggio e sulla storia. Questo mi ha permesso di abbandonare la mia vanità umana! »

Parole riappropriate

Ritorna anche ai metodi di Proximus, che sfrutta a proprio vantaggio le parole pacifiste di Cesare per convincere i suoi simili ad unirsi a lui nella sua lotta: “Le parole di Cesare formano una sorta di bibbia. E, come quest’opera che le diverse religioni interpretano in modo diverso, Proximus riesce a far sì che il discorso aderisca al suo pensiero e lo aiuti a costruire un futuro che pensa sarà radioso per il suo popolo. Non ha quindi tempo per scherzare, deve muoversi velocemente per evitare che il potere cambi schieramento… Il suo ragionamento può avere senso, anche se, ovviamente, dal punto di vista opposto, viene considerato come un fascista. »

“Spero in ogni caso che il pubblico apprezzi almeno questo grosso bonobo in modo che ritorni in un nuovo episodio e che io possa tornare al lavoro! » conclude maliziosamente l’artista abituato a girare opere che sfiorano il fantastico, essendo già protagonista della serie “The Strain” e presto cacciatore del vampiro “Abigail”.


La maggior parte degli esseri umani ha addirittura perso la capacità di parlare.

Studi del XX secolo

Dotato di effetti speciali molto convincenti, al passo con i tempi e rispettosi del passato, “Il Nuovo Regno” si distingue come un intrattenimento calibrato, la cui mancanza di colpi di scena e la lunga costruzione sono compensate dalla capacità di volere a sua volta getta le basi per possibili sequel che, se si vuole credere al finale, promettono di passare all’azione. Verdetto alla prossima puntata…

“Il pianeta delle scimmie – Il nuovo regno”, di Wes Ball. Durata 2 ore e 25 minuti Uscita l’8 maggio.

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