François Barré, Dominique Fourcade, Pascale Kramer, Horace Walpole…

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Quattro romanzi tra cui un classico, una raccolta di poesie, un racconto, un saggio, libri firmati da autori provenienti da Mondo… Ecco una breve rassegna di undici opere degne di nota in questa quattordicesima settimana dell’anno.

Storia. “Da eroe a vittima: la metamorfosi contemporanea del sacro”, di François Azouvi

Nel passato la storia si incarnava in figure eroiche. Questi uomini e donne straordinari hanno segnato i ricordi con il loro coraggio o il loro genio. Tali modelli sono sbiaditi e infine svaniti. Da diversi decenni ormai, le vittime sono al centro della scena. Adesso sono loro ad attirare l’attenzione. Il fenomeno è noto. Ma come si è svolto? E a cosa corrisponde? L’ampia indagine condotta dallo storico e filosofo François Azouvi cerca di rispondere a queste domande. Traccia la genealogia di questa massiccia sostituzione di cui gli archivi tengono traccia e mette in luce le questioni antropologiche. A partire dal 1914, che considera un esempio di completa unanimità intorno all’eroismo (cosa discutibile), il ricercatore mostra, passo dopo passo, come è avvenuto questo grande cambiamento, fino all’emergere contemporaneo dell’“intersezionalità”. La Shoah ha giocato un ruolo centrale in questa metamorfosi, prima di ritrovarsi messa da parte. Basato su un’ampia documentazione, questo saggio conduce a una spiegazione originale: è il ritiro della religione, nella sua forma istituzionale, che consentirebbe di comprendere meglio questa sequenza senza precedenti. La vittima incarnerebbe la nuova figura di un sacro privo di trascendenza. L’indagine dello storico conduce così alla lezione del filosofo. R.-P. D.

“Da eroe a vittima: la metamorfosi contemporanea del sacro”, di François Azouvi, Gallimard, “NRF Essais”, 304 p., 24 €, digitale 17 €.

Leggi anche (2020): Articolo riservato ai nostri abbonati Quello che si raccontò la Francia alla fine della Seconda Guerra Mondiale

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Romanzi. “Il volume del tempo. Volumi I e II”, di Solvej Balle

Durante un viaggio d’affari a Parigi, Tara Selter, un’antiquaria, scopre improvvisamente di esserlo “incollato” in tempo. Mentre, per tutti, i giorni si susseguono secondo il calendario, Tara vive un eterno 18 novembre. Viaggia, incontra persone, ma niente aiuta: è impossibile uscire da questa bolla temporale, sfuggire a questo fatidico giorno in cui il tempo è congelato – che, inevitabilmente, modifica il suo rapporto con gli altri, la sua visione del mondo e di se stessa. Per seguire il destino della sua eroina, Solvej Balle (classe 1962) ha pensato in grande: una serie di sette volumi, di cui i primi due ora disponibili in francese. Il loro sviluppo ha richiesto diversi anni per il romanziere danese, il cui approccio ricorda quello dello scrittore norvegese Karl Ove Knausgard in Mon combat (Denoël, 2012-2020): una narrazione meticolosa, durante la quale la monotonia e la ripetizione sembrano essere parte integrante del progetto estetico.

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