Tra le elezioni del 9 giugno e l’entrata in carica della nuova Commissione Europea, il 1È Dicembre, sono trascorsi quasi sei mesi, durante i quali l’Unione Europea ha operato al rallentatore. Dopo la votazione, i capi di Stato e di governo hanno dovuto innanzitutto accordarsi per rinominare la tedesca Ursula von der Leyen presidente della Commissione e nominare il portoghese Antonio Costa presidente del Consiglio europeo. e nominare l’estone Kaja Kallas a capo della diplomazia comunitaria. Al termine di trattative burrascose, i nuovi eurodeputati, dal canto loro, dovevano confermare il secondo mandato di Ursula von der Leyen e approvare la squadra di ventisei commissari di cui si circondava.
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Nel frattempo, Emmanuel Macron ha gettato la Francia in una crisi politica senza precedenti decidendo di sciogliere l’Assemblea nazionale, Donald Trump è stato eletto negli Stati Uniti, quando Olaf Scholz ha preso atto degli ostacoli nella sua coalizione e ha indetto le elezioni legislative previste in Germania. Continuano i bombardamenti russi in Ucraina mentre il conflitto israelo-palestinese miete nuove vittime. Quanto ai danni legati al declino economico europeo e al riscaldamento globale, se ne vedono ogni giorno di più nel Vecchio Continente.
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