Questo articolo è stato originariamente pubblicato in inglese
Il gruppo ribelle al potere in Siria, Hayat Tahrir al-Sham, ha imposto un coprifuoco notturno dopo che 14 membri delle “forze di sicurezza” sono stati uccisi in quella che i nuovi padroni del paese hanno descritto come una tesa “imboscata” da parte dei sostenitori del vecchio regime.
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Il nuovo ministro degli Interni siriano, Mohammed Abdel Rahman, afferma 14 dei “forze di sicurezza” sono stati uccisi e altri 10 feriti durante scontri con militanti filo-Assad nei pressi della città costiera di Tartous, roccaforte della minoranza alawita da cui proviene il presidente deposto.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), una ONG con sede a Londra, riporta un bilancio di 17-14 vittime “membri del Ministero dell'Interno” e 3 uomini armati di fronte a loro.
Scontri hanno avuto luogo in molte altre città, tra cui Homs e perfino la capitale Damasco. Si tratta dei disordini più violenti dalla caduta del regime di Bashar al-Assad due settimane fa.
Il signor Rahman ha promesso di reprimere “chiunque osi nuocere“alla sicurezza del Paese, mettendo in pericolo la vita dei suoi cittadini o interrompendo la”processo di pace e stabilizzazione“.
Le proteste hanno avuto luogo mercoledì nella città di Homs, hanno riferito i media statali, e sono state guidate da membri delle comunità musulmane minoritarie alawite e sciite.
Le proteste alawite sarebbero state innescate in parte da un video online che mostrava l'incendio di un santuario alawita. Le autorità provvisorie hanno insistito sul fatto che il video era vecchio e non si trattava di un incidente recente.
Alcuni manifestanti hanno chiesto il rilascio dei soldati dell'ex esercito siriano imprigionato dal Hayat Tahrir al-Sham (HTS), salito al potere. L’Osservatorio siriano con sede nel Regno Unito afferma che almeno un manifestante è stato ucciso e cinque feriti a Homs mentre le forze HTS cercavano di sedare i disordini.
L’HTS ha anche imposto un coprifuoco dalle 18:00 alle 8:00 ora locale (20:00 – 10:00 CET) in risposta alle proteste.
Dopo la cacciata di Assad, la violenza è esplosa a raffica, ma senza raggiungere il livello temuto dopo quasi 14 anni di devastante guerra civile.
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