Il progetto europeo accumula emergenze. I partiti della coalizione europea farebbero bene a tacere le loro rivalità e andare avanti. E il PPE volta le spalle all’estrema destra.
Articolo riservato agli abbonati
Vice Capo della Divisione Internazionale
Di Véronique LamquinPubblicato il 28/11/2024 alle 00:30
Tempo di lettura: 1 minuto
UN Ascoltando il presidente della Commissione, in plenaria a Strasburgo, leggendo le lettere di missione dei suoi ventisei commissari, emerge una sola osservazione: il compito del collegio si preannuncia colossale nei prossimi cinque anni. “Mettiamoci al lavoro”, ha detto Ursula von der Leyen, concludendo il suo discorso mercoledì. Un messaggio che vale sia per l’esecutivo, ma anche per le altre istituzioni dell’Unione. Donald Trump non aspetta a lanciare le sue diatribe, Vladimir Putin accelera le sue pericolose provocazioni e le forze estremiste continuano la loro svolta? L’Unione funziona lentamente dall’inizio di aprile, inizio ufficiale della campagna elettorale.
Ursula von der Leyen pone la difesa della democrazia e dei valori fondamentali dell’Unione al centro delle sue priorità? Le forze democratiche sono innegabilmente i suoi migliori, e unici, alleati in questa “lotta eterna” che intende intraprendere.
Questo articolo è riservato agli abbonati
Accedi a informazioni nazionali e internazionali verificate e decrittografate
1€/settimana per 4 settimane (nessun impegno)
Con questa offerta approfitta di:
- Accesso illimitato a tutti gli articoli editoriali, file e rapporti
- Il giornale in versione digitale (PDF)
- Comodità di lettura con pubblicità limitata
World