Al Nuovo Fronte Popolare, la frustrazione per un risultato insufficiente ad affermarsi come alternativa all’estrema destra alla fine delle elezioni legislative del 2024

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Jean-Luc Mélenchon si rivolge alla folla riunita per la serata elettorale del Nuovo Fronte Popolare, Place de la République, a Parigi, il 30 giugno. LAURENCE GEAI/MYOP PER “IL MONDO”

Questa domenica sera, 30 giugno, Place de la République a Parigi si riempie poco a poco. Sventolando bandiere con i colori della France insoumise (LFI), ecologisti o socialisti, schierando striscioni con slogan antifascisti sull’immensa statua di bronzo a forma di allegoria della Repubblica, centinaia di giovani sono tornati a manifestarsi contro i paesi lontani Giusto.

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Questa volta, è stato su invito del Nuovo Fronte Popolare (NFP), l’alleanza di sinistra per la quale hanno votato al primo turno di queste elezioni legislative anticipate. Adesso non è il momento di grida di gioia. Piuttosto rabbia per il risultato trionfale che si profila per il Rally Nazionale (RN). “I giovani danno fastidio al Fronte Nazionale”canta la folla.

Tutti sanno che il punteggio del 28% attribuito al PFN, secondo gli ultimi risultati del Viminale, sembra insufficiente per impedire la vittoria del partito lepenista. “È incoraggiante, ma non basta”, si lamenta Lucie Frappat, una fisioterapista di 26 anni. Joëlle Caron glielo confida “tristezza”. “Ho la sensazione che stiamo riaprendo una pagina di storia”, aggiunge. Nelle conversazioni emerge il nome del leader della LFI, Jean-Luc Mélenchon. “Sarebbe bello se si facesse da parte per un volto più pulito e nuovo. Saremmo più tranquilli per il futuro»dice Romain (che non ha voluto rivelare il suo nome), attore e insegnante di teatro, ma già ammiratore del tre volte candidato alle presidenziali.

“O loro o noi, non c’è niente in mezzo”

Sono le 23 quando, finalmente, i dirigenti dell’NFP si presentano insieme. “Va detto, Matignon, Macron, è finita”, proclama il segretario nazionale degli Ecologisti, Marine Tondelier. Il primo segretario del Partito socialista (PS), Olivier Faure, rieletto al primo turno in Seine-et-Marne, lancia un inno a questa Francia “misto”che accetta” tutte le origini, tutti i colori della pelle ». Quando parla, Jean-Luc Mélenchon proclama, tra gli applausi: “Non c’è più scampo in questo Paese. O loro o noi, non c’è niente in mezzo. »

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Purtroppo, dietro il volontarismo, la sinistra nasconde il suo disappunto per un punteggio che non è così alto come avrebbe potuto essere. L’altissima partecipazione a queste elezioni legislative anticipate (circa 20 punti in più rispetto al 2022, con più del 66,7% dei votanti), senza precedenti dal 1997, non sembra aver realmente giovato al PFN. L’alleanza supera di qualche punto il punteggio ottenuto due anni fa dalla Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale, quando, secondo il conteggio effettuato da Il mondo secondo i dati del Ministero dell’Interno, al primo turno aveva raccolto il 26,16% dei voti, davanti alla coalizione presidenziale (25,8%).

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