La sentenza, che potrebbe andare dalla multa al carcere – ipotesi improbabile secondo gli osservatori – avrebbe dovuto essere pronunciata prima l’11 luglio dal giudice Juan Merchan, ma il magistrato ha accettato di rinviarla una prima volta il 18 settembre, poi Il 26 novembre, cioè tra una settimana, per studiare nuovi ricorsi degli avvocati difensori.
Questi ultimi chiedono ora “la sospensione e l’archiviazione (del caso) per evitare che al presidente Trump”, che entrerà in carica il 20 gennaio, “venga impedito di governare”.
Martedì, quando il giudice non aveva ancora emesso la sua decisione, il procuratore di Manhattan Alvin Bragg, democratico eletto, ha dichiarato che si sarebbe opposto all’annullamento totale della procedura, pur ritenendo che il congelamento dei procedimenti giudiziari “fino alla fine del mandato presidenziale” di il 47esimo Presidente degli Stati Uniti dovrebbe essere un’opzione da “considerare”. Pertanto non si oppone ad un nuovo rinvio.
La squadra di Donald Trump l’ha vista subito come una “vittoria totale e definitiva”, affermando che “questo processo infondato è congelato” mentre la decisione spetta al giudice Juan Merchan.