Stupri Mazan: “il processo della codardia”, “società macho e patriarcale”, “impercettibile”… Gisèle Pelicot si consegna alla Corte

Stupri Mazan: “il processo della codardia”, “società macho e patriarcale”, “impercettibile”… Gisèle Pelicot si consegna alla Corte
Stupri Mazan: “il processo della codardia”, “società macho e patriarcale”, “impercettibile”… Gisèle Pelicot si consegna alla Corte
-

“Ho sentito: ‘Sono stato telecomandato’, ho sentito: ‘Ho bevuto un bicchiere d’acqua, mi sono drogato’. Ma quando non hanno picchiato?” è la ribelle Pelicot, 71 anni, diventata una vera icona femminista fin dall’inizio dei dibattiti, il 2 settembre, davanti al tribunale penale di Vaucluse ad Avignone, rifiutando la seduta a porte chiuse.

“Hanno violentato! Sento questo signore dire ‘un dito non è stupro’. Fate domande!” sbottò.

Agli “ordini” di un “demone”

L’ultimo dei 51 imputati a prendere posizione martedì mattina, poco prima di prendere la parola, Philippe L., 62 anni, aveva adottato la stessa linea di difesa, assicurando di essere “agli ordini” di Dominique Pelicot, un “demone ”, e che quella notte di giugno 2018 credeva di partecipare allo scenario di una coppia libertina in cui la donna fingeva di dormire.

Perseguito per “stupro aggravato”, questo sessantenne che vive di lavori leggeri di giardinaggio rischia 20 anni di reclusione penale, come la maggior parte degli altri 50 imputati, 50 uomini di età compresa tra 26 e 74 anni.

Malmenata da diversi avvocati difensori, alcuni arrivando addirittura ad accusarla di aver acconsentito, la signora Pelicot si è difesa dall’essere stata “sotto l’influenza” o “manipolata” durante i loro 50 anni di vita insieme al marito: “Assolutamente nulla ha attirato la mia attenzione!”

“Stai tormentando Madame Pelicot”, ha criticato uno dei suoi due avvocati, Me Stéphane Babonneau, di fronte alle domande insistenti di Me Nadia El Bouroumi.

Processo per stupro Mazan: Dominique Pelicot accusata da due coimputati di averli drogati

“Non perdonerò mai”, assicura in ogni caso la signora Pelicot: “Il signor Pelicot aveva molte fantasie, che non potevo soddisfare tutte (…) Dato che non volevo andare in un club di scambisti, lo è ha detto di aver trovato la soluzione addormentandosi! Ho perso 10 anni della mia vita che non riavrò mai più. Questa cicatrice non guarirà mai!” sbottò, trattenendo a malapena la sua rabbia.

Le spiegazioni di Pelicot?

Una rabbia che nutre anche nei confronti dei coimputati, che “in nessun momento sono andati a denunciare” i fatti: “Sono venuti per soddisfare le loro pulsioni sessuali e, solo dopo, si sono detti che qualcosa non andava in questa stanza”.

E se “certi uomini avrebbero potuto essere manipolati dal signor Pelicot”, sul sito coco.fr (ndr: ora vietato e chiuso) dove si sono ritrovati tutti, “quando si agisce, non si tratta più di manipolazione” : “Per me sono venuti tutti per violentarmi, questo non fa distinzione tra loro”.

“Alcuni mi chiedono scusa e posso guardarli di più negli occhi. Ma tutti hanno commesso un crimine”, ha accusato: “Per tutta la vita dovrò convivere con questo. Che gli uomini mi hanno sporcata, dovrò farlo conviverci per tutta la vita. Tutta la vita”, ha concluso, precisando di aspettare anche “spiegazioni” dall’ex marito.

Sarebbe stato interrogato un’ultima volta martedì pomeriggio, con l’obiettivo, secondo Béatrice Zavarro, che il suo cliente spiegasse finalmente davvero le ragioni di questa deriva che si è accelerata negli anni, con circa 200 stupri in totale, la metà da se stesso.

“Non possiamo lasciare questa udienza senza avere una spiegazione tangibile da parte sua, almeno per il rispetto che deve a sua moglie”, ha assicurato durante una pausa dell’udienza.

Mercoledì il processo entrerà poi nella fase finale, quella delle memorie, con prima le parti civili. Poi da lunedì, dopo due giorni di sospensione, ci sarà l’accusa del pubblico ministero, prevista per tre giorni, e infine la difesa, nell’arco di quasi tre settimane.

La sentenza è attesa al più tardi il 20 dicembre.

-

PREV Una storica acquisizione europea per contrastare le minacce aeree
NEXT Ricerca lavoro | I social network, uno strumento essenziale