Elezioni legislative francesi: i leader di fronte ai padroni

Elezioni legislative francesi: i leader di fronte ai padroni
Elezioni legislative francesi: i leader di fronte ai padroni
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Il Nuovo Fronte Popolare chiede uno sforzo ai miliardari, la RN vuole rassicurare: i leader dei partiti in corsa per le elezioni legislative francesi hanno sostenuto giovedì il loro grande esame orale davanti ai padroni. Gabriel Attal ha invitato gli elettori ad eleggerlo a Matignon.

Jordan Bardella, Jean-Luc Mélenchon o se stesso? “I francesi sceglieranno un primo ministro”, ha lanciato il 30 giugno e il 7 luglio il leader del campo presidenziale, personalizzando la campagna legislativa attorno a queste tre figure, anche se la sinistra non ha designato il suo futuro candidato per Matignon in caso di vittoria .

Mentre la sua maggioranza è preoccupata per l’animosità suscitata da Emmanuel Macron nell’opinione pubblica, il primo ministro ha tentato giovedì di riprendere le redini del partito recandosi nell’Orne e nella Sarthe, esortando i francesi a dare “una maggioranza assoluta” al suo campo. Parole già usate in modo identico da Bardella, che rifiuterebbe l’incarico in caso di maggioranza relativa il 7 luglio.

Ma la sua passeggiata a Le Mans è stata interrotta da una trentina di manifestanti, uno dei quali ha gridato: “Voi siete lo zerbino dell’estrema destra”, ha osservato un giornalista dell’AFP.

Il campo presidenziale si difende

Bersagliato da tutte le parti dalle opposizioni e preso di mira mercoledì dalla Commissione europea che ha aperto la strada a procedure per deficit pubblici eccessivi, il campo presidenziale ha cercato di difendere il proprio programma economico di fronte ai padroni.

È stato l’ex primo ministro Edouard Philippe, per Orizzonti, ad aprire la serie di udienze nella sala Gaveau di Parigi, ribadendo il suo attaccamento alla politica a favore delle imprese portata avanti dall’attuale maggioranza presidenziale.

“Non dobbiamo assolutamente cambiare la logica”, ha dichiarato davanti a un vasto pubblico composto da organizzazioni di datori di lavoro come la Confederazione delle piccole e medie imprese (CPME), l’Unione delle imprese locali (U2P) o il Movimento delle imprese aziende di medie dimensioni (Meti), oltre a Medef. Dobbiamo “andare anche oltre”, secondo lui.

“Patriotismo economico”

Lo hanno seguito Eric Coquerel (LFI) e Boris Vallaud (PS) per il Nuovo Fronte Popolare, che hanno difeso un programma accusato dall’esecutivo di essere costoso.

Sul palco, Vallaud ha proposto un “nuovo patto produttivo” che unisce lavoratori, capitani d’industria e consumatori; e ha invitato i miliardari a “uno sforzo di patriottismo economico”. Criticato per i disaccordi interni sul costo del programma, Coquerel ha promesso “qualcosa di omogeneo” entro la fine della settimana.

Quest’ultimo ha ricevuto fischi dal pubblico quando ha fatto la distinzione tra ‘chi produce ricchezza in questo Paese e chi guarda soprattutto alle quotazioni di borsa’. L’alleanza di sinistra presenterà il costo del suo programma venerdì a mezzogiorno in una conferenza stampa.

Vaghezza sulla riforma delle pensioni

Questa messa solenne è stata l’occasione per Jordan Bardella ed Eric Ciotti di apparire fianco a fianco per la prima volta dall’annuncio della loro alleanza.

Il presidente del Raggruppamento Nazionale (RN) ha denunciato l'”irragionevolezza di bilancio” del governo e il “rischio di stallo economico”, promettendo di eliminare “completamente” la CVAE, un’imposta sulla produzione che grava sulle imprese – misura quest’ultima difesa anche dal maggioranza.

Sull’abrogazione della riforma delle pensioni, promessa le cui modalità restano poco chiare, il dubbio non è sciolto: “Non abbiamo assolutamente capito quali sarebbero i tempi e la realtà” dell’abrogazione della riforma, ha reagito il capo del Medef Patrick Martin all’incontro fine delle udienze.

Per quanto riguarda la sinistra, Martin ha criticato la proposta di un salario minimo di 1.600 euro, affermando che “se vogliamo accelerare il fallimento delle imprese, procediamo allegramente”.

Moltiplicazione delle promesse

Nonostante ciò, le promesse elettorali si sono moltiplicate, all’interno della coalizione di sinistra, nella RN e perfino all’interno del governo dopo i recenti impegni di Gabriel Attal a favore del potere d’acquisto. Quest’ultimo ha inoltre ribadito che le tasse non aumenteranno: una “regola d’oro”.

Il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha tuttavia messo in guardia durante queste udienze nella sala Gaveau: “Il margine di manovra di bilancio della Francia è zero”.

Leggera erosione della RN

Chi riuscirà a convincere i migliori a dieci giorni dalle elezioni? Un sondaggio Ifop-Fiducial per LCI, Le Figaro e Sud Radio ha rilevato giovedì una leggera erosione del RN e dei suoi alleati al 34% delle intenzioni di voto al primo turno, davanti alla sinistra (29%) e al campo presidenziale (22 %), quest’ultimo beneficiando di un piccolo incremento in pochi giorni.

Una cosa è certa, il voto ci sarà: giovedì il Consiglio costituzionale ha respinto dieci ricorsi che contestavano il decreto di convocazione degli elettori, giudicando i termini coerenti con la legge fondamentale.

/ATS

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