Nigeria: prestito di 2,25 miliardi di dollari da parte della Banca Mondiale per sostenere le riforme

Nigeria: prestito di 2,25 miliardi di dollari da parte della Banca Mondiale per sostenere le riforme
Nigeria: prestito di 2,25 miliardi di dollari da parte della Banca Mondiale per sostenere le riforme
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Il paese più popoloso dell’Africa è nella morsa di una profonda crisi economica da quando il presidente Bola Ahmed Tinubu ha attuato diverse riforme quando è salito al potere un anno fa.

Tinubu ha annunciato la fine di un costoso sussidio per il carburante e ha liberalizzato la naira, portando a un aumento dei prezzi del carburante e dei prodotti alimentari e a un calo del valore della valuta.

Importante produttore di petrolio dipendente dalle esportazioni di greggio, anche la Nigeria sta lottando per mantenere la propria produzione petrolifera e sta quindi registrando un calo delle entrate.

In una dichiarazione rilasciata giovedì scorso, la Banca Mondiale ha affermato che due prestiti da 1,5 miliardi di dollari e 750 milioni di dollari aiuterebbero la Nigeria a stabilizzare la sua economia, a sostenere i più poveri e ad aumentare le entrate delle petroliere senza scopo di lucro.

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“Gli sforzi concertati della Nigeria per attuare riforme macrofiscali di vasta portata la mettono su un nuovo percorso che può stabilizzare la sua economia”, ha affermato Ousmane Diagana, vicepresidente della Banca Mondiale per l’Africa occidentale e centrale.

“È essenziale mantenere lo slancio delle riforme e continuare a rafforzare ed espandere le tutele per i poveri e le persone economicamente a rischio”.

La prima parte del prestito mira a rafforzare le politiche e proteggere i poveri, mentre la seconda sostiene le riforme fiscali e le entrate petrolifere.

Il capo dello Stato ha più volte riconosciuto le difficoltà economiche causate dalle sue riforme, ma ha costantemente invitato i nigeriani ad avere pazienza e a dare il tempo alle misure di dare i loro frutti.

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Secondo l’ufficio nazionale di statistica, l’inflazione generale ha raggiunto il 33,69% ad aprile, con quella alimentare che supera il 40,5%.

L’impennata del costo della vita ha innescato alcune proteste e saccheggi.

All’inizio di questo mese, i sindacati hanno condotto uno sciopero di un giorno che ha paralizzato il paese, bloccando i voli interni e sospendendo la distribuzione di elettricità in tutto il paese, al fine di costringere il governo a piegarsi sull’importo di un nuovo salario minimo.

Le discussioni tra autorità e sindacati sono ancora in corso.

Di Le360 Africa (con AFP)

14/06/2024 ore 18:00

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