Gli europei alle urne per definire il corso politico dei prossimi cinque anni

Gli europei alle urne per definire il corso politico dei prossimi cinque anni
Gli europei alle urne per definire il corso politico dei prossimi cinque anni
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La Grecia, dove è prevista un’ondata di caldo, ha preso il via, seguita dalla maggior parte degli altri paesi dell’Unione Europea, tra cui Germania e Francia.

Queste elezioni sono “cruciali”, il Parlamento europeo “deve iniziare a svolgere il suo ruolo legittimo”, spiega all’AFP Kostas Karagiannis, uscendo da un seggio elettorale ad Atene. “Deve svolgere il suo ruolo nella vita quotidiana di tutti i cittadini europei”, insiste.

Oltre 360 ​​milioni di europei sono chiamati alle urne per nominare i 720 deputati del Parlamento europeo. I Paesi Bassi hanno lanciato giovedì il voto confermando, secondo le stime, l’ascesa del partito di estrema destra di Geert Wilders, anche se dovrà accontentarsi del secondo posto dietro alla coalizione socialdemocratica e ambientalista.

L’attuale “grande coalizione” destra/socialista/liberale, che forgia compromessi nell’emiciclo europeo, dovrebbe, secondo i sondaggi, mantenere questa maggioranza, ma vedere ridotto il suo spazio di manovra, costringendola a trovare forze aggiuntive e facendo presagire intensi negoziati.

Ferenc Hamori, 54 anni, insegnante di educazione fisica che ha votato in un villaggio vicino a Budapest, ha affermato che l’UE starebbe meglio se avesse più leader come il primo ministro nazionalista ungherese Viktor Orban. “Vincerà le elezioni qui, ma a Bruxelles sarà sempre in minoranza”, si rammarica.

La mobilitazione dell’elettorato è una delle maggiori sfide di queste elezioni.

In Francia, dove 49 milioni di francesi sono chiamati alle urne per nominare 81 deputati, il presidente Emmanuel Macron ha invitato a bloccare l’estrema destra, ritenendo che il rischio fosse che l’Europa si ritrovasse “bloccata”.

Gli ultimi sondaggi danno in testa il Rassemblement National (RN) di Jordan Bardella, con oltre il 30% dei voti, molto più avanti di Renaissance, il partito del presidente francese, o della sinistra socialdemocratica guidata da Raphaël Glucksmann.

– La battuta d’arresto annunciata dagli ambientalisti –

In Germania, anche l’estrema destra raccolta dietro l’AfD è in agguato, nonostante gli ultimi scandali che l’hanno offuscata. Il suo capolista, sospettato di finanziamenti russi e cinesi, è stato escluso dal gruppo al quale apparteneva al Parlamento europeo.

I conservatori tedeschi dovrebbero avere un buon vantaggio, con il 30,5% dei voti, secondo un sondaggio, un duro colpo per il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz. Il suo partito e i Verdi si contendono il secondo posto con l’AfD, che approfitta della situazione economica cupa e dei timori legati all’immigrazione.

La maggior parte degli analisti si aspetta un calo degli ambientalisti nella maggior parte dei paesi, in particolare in Francia dove corrono il rischio di non superare la soglia del 5%, essenziale per mandare almeno un deputato a Strasburgo.

In Spagna, il voto è visto soprattutto come una vendetta dopo le elezioni legislative del 23 luglio, che hanno visto vincere il Partito popolare (destra, PP), senza però riuscire a trovare una maggioranza con l’estrema destra.

Il PP dovrebbe avere la meglio, ma il punteggio del partito di estrema destra Vox sarà particolarmente esaminato. Secondo i sondaggi, dovrebbe ottenere poco meno del 10% dei voti.

– Meloni al centro del gioco –

I risultati dell’estrema destra saranno monitorati altrettanto attentamente in Scandinavia, dove è già al potere in Finlandia e sostiene il governo in Svezia senza partecipare.

In Danimarca il voto si svolge il giorno dopo l’aggressione subita dal primo ministro Mette Frederiksen, dopo l’aggressione con coltello subita dal suo omologo slovacco, il populista Robert Fico.

“Penso che la tendenza generale in molti paesi sia che stiamo diventando sempre più divisi e disposti a parlare più forte dell’altra parte, e forse siamo ancora più violenti nel difendere le nostre convinzioni o le nostre opinioni politiche”, ha affermato Jane Sørensen, 42 anni. , un insegnante danese, intervistato sabato dall’AFP.

In Italia, dove le votazioni sono iniziate sabato e sono proseguite domenica, il partito post-fascista Fratelli d’Italia (FDI) del capo del governo Giorgia Meloni potrebbe mandare nell’emiciclo 22 deputati, rispetto ai sei attuali.

Queste elezioni “determineranno i prossimi cinque anni”, ha assicurato sabato la Meloni, che ha ribadito di voler “difendere le frontiere dall’immigrazione clandestina, tutelare l’economia reale, lottare contro la concorrenza sleale”.

Walter Esposito, romano del 78, ha votato Fratelli d’Italia per protestare contro le politiche dell’Ue: “L’Europa ha sempre cercato di schiacciare l’Italia e gli italiani”.

Il primo compito degli eurodeputati, dopo l’elezione del presidente, sarà quello di confermare la scelta del futuro presidente della Commissione europea. La von der Leyen vuole candidarsi di nuovo per un nuovo mandato di cinque anni e ogni voto conterà nella Camera il prossimo luglio o settembre.

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