Il processo del figlio di Joe Biden approfondisce la storia delle sue dipendenze

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(Wilmington) Il processo penale contro Hunter Biden per possesso illegale di arma da fuoco è precipitato martedì nelle passate dipendenze del figlio minore del presidente americano, cinque mesi prima delle elezioni tra il democratico e il suo rivale repubblicano Donald Trump, appena condannato.


Pubblicato alle 11:15

Aggiornato alle 16:32

Andrea BAMBINO

Agenzia media francese

Hunter Biden, 54enne avvocato e uomo d’affari diventato artista, guarito da anni di dipendenza da droga e alcol, è il bersaglio preferito degli oppositori di suo padre – il leader Donald Trump in primis – che vedono in lui il tallone d’Achille del inquilino uscente della Casa Bianca.

Come lunedì, la first lady Jill Biden era presente alla corte federale di Wilmington, nel piccolo stato del Delaware – roccaforte sulla costa orientale del clan Biden – ha osservato un giornalista dell’AFP.

Jill Biden ha preso posto due panchine dietro il figliastro Hunter, tra la moglie di quest’ultimo, Melissa Cohen Biden, e Ashley Biden, la figlia del presidente, per questo processo che dovrebbe durare una o due settimane.

“Nessuno è superiore alla legge. Chiunque tu sia e qualunque sia il tuo nome”, ha tuonato il procuratore Derek Hines, come quello che stanno martellando da mesi tutti i pubblici ministeri che perseguono accuse civili e penali contro Donald Trump e la sua famiglia.

Crepa

Hunter Biden è stato processato per aver mentito sul suo uso di droga quando acquistò un’arma da fuoco nel 2018, che è considerato un crimine negli Stati Uniti.

Martedì sono stati trasmessi ai 12 giurati estratti durissimi dell’audiolibro delle memorie di Hunter Biden “Les Belles Choses” (2021), in cui racconta il suo consumo di crack, la vodka bevuta dalla bottiglia, i vagabondaggi notturni alla ricerca della droga intorno a squallidi minimarket, tentativi falliti di disintossicazione e storie d’amore di breve durata con la vedova di suo fratello Beau Biden, morto nel 2015 di cancro.

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FOTO MATT SLOCUM, STAMPA ASSOCIATA

La First Lady degli Stati Uniti, Jill Biden

“Robert Hunter Biden ha scelto di possedere illegalmente un’arma da fuoco” mentre “era un consumatore di crack e tossicodipendente”, ha accusato il pubblico ministero Hines, mostrando la foto di una Colt Cobra, l’arma al centro del caso.

Si dichiara non colpevole e i suoi avvocati sostengono che “non faceva più uso di droghe quando ha acquistato quest’arma (che) non è mai stata caricata, portata o utilizzata durante gli 11 giorni in cui è stata in suo possesso”.

Frode fiscale

Joe Biden ha rifiutato di commentare questo processo.

“Come presidente non commenterò una procedura federale in corso ma, come padre, ho un amore infinito per mio figlio, ho fiducia in lui”, ha scritto lunedì in una nota.

La giuria dovrà pronunciarsi in particolare su due capi d’imputazione relativi a presunte menzogne ​​contenute nei documenti necessari per l’acquisto della rivoltella nel 2018, e un terzo sul possesso illegale di quest’arma.

Hunter Biden ha affermato di essere guarito dalle sue dipendenze dal 2019, ma nel 2018 non ha selezionato la casella “tossicodipendente” sul modulo di acquisto di armi.

Rischia fino a 25 anni di carcere, ma in pratica tali procedimenti giudiziari raramente portano da soli al carcere.

A dicembre è stato anche accusato di frode fiscale per aver evaso, attraverso uno “stratagemma”, l’obbligo di pagare 1,4 milioni di dollari di tasse. Si è dichiarato non colpevole in questo caso, per il quale il processo si terrà a settembre in California, dove risiede.

Questi due processi potrebbero interferire con i tentativi di Joe Biden di marcare il contrasto con il suo avversario repubblicano, preso di mira da quattro distinti procedimenti penali.

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