In Tunisia i ministri dell’Interno e degli Affari Sociali hanno ringraziato

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In Tunisia i ministri dell’Interno e degli Affari Sociali hanno ringraziato
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I ministri dell’Interno e degli Affari Sociali sono stati sostituiti con breve preavviso sabato sera nel corso di un rimpasto ministeriale a sorpresa in Tunisia, dopo un’ondata di arresti nella società civile che ha fatto temere un ulteriore calo delle libertà.

Il presidente Kaïs Saïed ha ha deciso di nominare Khaled Nouri al Ministero degli Interni, si legge in un comunicato stampa della presidenza tunisina, diffuso senza alcuna spiegazione, in sostituzione di Kamel Feki, finora considerato vicino al capo dello Stato.

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Kamel Madouri, un tecnocrate, sarà il nuovo ministro delle Gli affari sociali al posto di Malek Zahi, che ha avuto anche l’orecchio del presidente. Inoltre, è stato creato un incarico di Segretario di Stato presso il Ministero degli Interni, responsabile della sicurezza nazionale e affidato a Sofiene Ben Sadok, sempre secondo IL comunicato.

“Stato di polizia”

Questo rimpasto è stato deciso in seguito ad un’ondata di arresti che ha colpito una decina di attivisti per i diritti umani, avvocati e giornalisti nelle ultime due settimane. L’Unione Europea, gli Stati Uniti e la Francia hanno espresso la loro “preoccupazione” e “preoccupazione”, attraendosi a vicenda l’ira del presidente Saied che ha denunciato “inaccettabili interferenze straniere”.

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Venerdì, centinaia di manifestanti, soprattutto giovani, hanno gridato “abbasso la dittatura” per le strade di Tunisi e hanno denunciato il ritorno allo “stato di polizia”, ​​un’allusione Agli ventitré anni di dittatura di Zine El Abidine Ben Ali, rovesciato nel 2011 da un movimento popolare.

“È arrivato il tuo turno”

“Kais, oh dittatore, è arrivato il tuo turno”, gridavano i manifestanti in rappresentanza di diverse associazioni della società civile, motore della Rivoluzione Di 2011, che ha segnato l’inizio della Primavera Araba nella regione.

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Mercoledì due noti editorialisti radiofonici e televisivi, Borhen Bssaiss e Mourad Zeghidi, sono stati condannati ad una pesante pena di un anno di carcere, ai sensi di una legge decreto legge che punisce le “fake news”, dopo essere stato accusato di aver criticato la situazione socioeconomica del Paese.

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Il loro arresto, avvenuto l’11 maggio, è coinciso con l’arresto violento nei locali del foro di Tunisi dell’avvocato Sonia Dahmani, che era rimproverare per aver scherzato in una rubrica televisiva sulla possibilità che i migranti subsahariani vogliano stabilirsi definitivamente in Tunisia, nonostante la grave crisi economica che la sta colpendo.

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Due giorni dopo è stato portato via un altro avvocato, Mehdi Zagrouba Di forza della polizia e duramente picchiato, secondo la Lega tunisina per i diritti umani che, insieme all’Organizzazione mondiale contro la tortura (OMCT), ha richiesto una perizia medico-legale sugli “abusi” che sostiene l’avvocato avere subìto.

(Con AFP)

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