“Se fanno questo a Israele, noi saremo i prossimi”, dice il senatore americano

“Se fanno questo a Israele, noi saremo i prossimi”, dice il senatore americano
“Se fanno questo a Israele, noi saremo i prossimi”, dice il senatore americano
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AA/Washington/Iclal Turan

Martedì la senatrice statunitense Lindsey Graham ha espresso preoccupazione per i mandati di arresto richiesti dal procuratore della Corte penale internazionale (CPI) contro alti funzionari israeliani, affermando che “se fanno questo a Israele, noi saremo i prossimi”.

“Spero che insieme riusciremo a trovare un modo per placare il nostro malcontento nei confronti della Corte penale internazionale, perché se fanno questo a Israele, noi saremo i prossimi”, ha detto Graham durante la testimonianza del Segretario di Stato americano, Antony Blinken Sottocommissione per gli stanziamenti del Senato.

“In definitiva, ciò che spero è che perseguiamo sanzioni contro la Corte penale internazionale per questo oltraggio, non solo per aiutare i nostri amici in Israele, ma anche per proteggerci nel tempo”, ha aggiunto Graham.

“Sono felice di lavorare con voi su questo argomento”, ha risposto Blinken quando Graham gli ha chiesto se avrebbe sostenuto una sanzione contro la Corte penale internazionale.

Blinken ha anche detto martedì ai legislatori che il Dipartimento di Stato lavorerà con il Congresso per sviluppare una “risposta adeguata” dopo aver presentato richieste di mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant da parte del procuratore capo della CPI Karim Khan.

“Senatore Risch, in breve, diamo un’occhiata a questo. Vogliamo lavorare con voi su base bipartisan per trovare una risposta adeguata. Mi impegno a farlo”, ha risposto Blinken al senatore repubblicano Jim Risch, presidente della Camera. Commissione Affari Esteri del Senato degli Stati Uniti.

“Come dici tu, il diavolo è nei dettagli, quindi vediamo cosa hai. E possiamo partire da lì”, ha aggiunto.

I commenti di Blinken segnano il più forte segnale di cambiamento all’interno dell’amministrazione Biden dalla risposta della Casa Bianca del 30 aprile alle minacce di ritorsioni dei legislatori statunitensi contro funzionari giudiziari, le loro famiglie e i loro associati se la Corte penale internazionale avesse emesso mandati di arresto contro alti funzionari israeliani.

L’amministrazione Biden ha sostenuto che la Corte penale internazionale non ha giurisdizione su Israele e sui territori palestinesi occupati. Sebbene Israele non sia firmatario dello Statuto di Roma, il documento fondativo della CPI, la Palestina vi ha aderito nel 2015.

Pur rifiutando la giurisdizione della Corte penale internazionale su Israele, l’amministrazione Biden ha comunque accolto con favore la decisione della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto contro alti funzionari russi e il presidente Vladimir Putin, come parte della guerra della Russia in Ucraina. Come Israele, anche la Russia non è firmataria dello Statuto di Roma.

* Tradotto dall’inglese da Mounir Bennour.

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