Secondo un rapporto preliminare, la nave portacontainer che ha causato il crollo del ponte di Baltimora alla fine di marzo ha subito due interruzioni elettriche poco prima dell’impatto. Era stato colpito anche da altri due blackout il giorno prima nel porto.
L’Agenzia americana per la sicurezza dei trasporti (NTSB) “sta ancora indagando sulla configurazione elettrica dopo i primi danni nel porto e sulle sue possibili conseguenze sugli eventi verificatisi al momento dell’incidente”, aggiunge il rapporto pubblicato martedì.
L’equipaggio della Dali, che stava lasciando il porto di Baltimora, sulla costa orientale degli Stati Uniti, diretto allo Sri Lanka, era riuscito a chiedere aiuto alle autorità poco prima della tragedia, cosa che ha permesso loro di tagliare parte della nave del traffico stradale sulla struttura.
Secondo il rapporto, l’equipaggio è stato sottoposto a numerosi test antidroga e alcolici prima e dopo il disastro. Tutti sono risultati negativi.
Come un castello di carte
Il 26 marzo, il Francis Scott Key Bridge è crollato in pochi secondi come un castello di carte dopo essere stato colpito dal Dali, che sventola la bandiera di Singapore.
Sono morti sei operai che stavano effettuando lavori di riparazione sul ponte, tutti immigrati latinoamericani. L’ultimo corpo è stato ritrovato solo la settimana scorsa. Lunedì le autorità hanno distrutto una parte della struttura con esplosivi per liberare la nave portacontainer incastrata.
Il ponte era un importante asse autostradale per gli Stati Uniti nordorientali, che collegava la capitale Washington e New York. Il trasporto marittimo in uno dei porti più trafficati del Paese era stato bloccato.
È stato aperto un corridoio di navigazione temporaneo, in particolare per consentire il passaggio delle navi che effettuano operazioni di sgombero.
/ATS
