Il “patto migratorio” europeo, subito votato, subito contestato

Il “patto migratorio” europeo, subito votato, subito contestato
Il “patto migratorio” europeo, subito votato, subito contestato
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MIl 14 maggio il Consiglio dei ministri dell’Economia dell’Unione Europea (UE) dovrà ratificare il patto su migrazione e asilo. Un mese dopo il voto del Parlamento europeo, gli Stati approveranno questi dieci testi che dovrebbero consentire di armonizzare la gestione dell’arrivo dei migranti alle frontiere del continente. Dopo otto anni di negoziati, l’UE avrà finalmente regole comuni per la registrazione e lo screening dei richiedenti asilo, il più delle volte alla frontiera in centri chiusi, e per il loro ritorno nel paese di origine senza ottenere lo status di rifugiato.

Sarà inoltre organizzato un sistema di solidarietà tra i Ventisette per alleggerire il peso sui paesi in prima linea come Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro. Allo stesso tempo, la Commissione europea ha intensificato gli accordi con i paesi del Mediterraneo, come Tunisia, Egitto e recentemente Libano, in modo che possano controllare meglio le partenze dei migranti, in cambio di sostegno finanziario.

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Il “patto migratorio” e questi accordi dovrebbero consentire di ridurre il numero degli arrivi irregolari in Europa. Nel 2023, circa 380.000 persone arriveranno sulle coste europee, il numero più alto dalla crisi dei rifugiati siriani nel 2015. Nel continente sono arrivate più di un milione di persone.

Ricercatori, organizzazioni non governative e gruppi politici di sinistra criticano questa politica che rafforza la “Fortezza Europa”, senza tuttavia offrire sufficienti vie di accesso legali e sicure, siano essi visti per studio, lavoro o anche visti umanitari. Criticano un approccio alla questione migratoria centrato sul tema degli ingressi irregolari, presentati come una “minaccia” per il continente.

Caccia nelle terre dell’estrema destra

Mentre l’Europa è stata in grado di accogliere quasi 6 milioni di ucraini, alcuni politici sono preoccupati riguardo ai 380.000 migranti irregolari. Un numero che, rispetto ai 450 milioni di cittadini europei, è nettamente inferiore a quello degli Stati Uniti (335 milioni di abitanti), dove nel 2023 sono arrivati ​​3,2 milioni di irregolari. Qualsiasi dibattito razionale, tenendo conto del know-how europeo in termini di integrazione o l’importanza demografica ed economica dell’immigrazione, sembra essere messa da parte durante la campagna per le elezioni europee, che si terranno dal 6 al 9 giugno.

In questo contesto elettorale, il “patto migratorio”, non appena adottato, è stato contestato sia come troppo repressivo dalla sinistra, sia come troppo restrittivo dalla destra, che auspicava un ulteriore inasprimento. L’estrema destra non esita a chiedere un respingimento sistematico dei migranti che cercano di raggiungere le coste europee, una pratica che non solo è disumana, ma illegale. In Germania il partito AfD è arrivato al punto di evocare l’idea della “remigrazione”, che prevede addirittura di espellere i cittadini tedeschi con background di immigrazione. Un concetto che sostengono di non sostenere più.

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