Manifestare contro Israele… ma non contro l’Iran!

Manifestare contro Israele… ma non contro l’Iran!
Manifestare contro Israele… ma non contro l’Iran!
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Il 4 maggio, Chantal Guy di La stampa ha scritto un testo sugli attacchi terroristici che hanno incendiato Parigi il 13 novembre 2015.

“Parigi è stata il bersaglio dei peggiori attacchi terroristici della sua storia”, ha scritto.

È stata “un’irruzione della violenza nella vita quotidiana di una città così vivace”.

“Il caso ha voluto che quella sera fossi a Parigi, nel cuore dell’11e distretto, dove è avvenuta la maggior parte delle sparatorie.

“Potevamo sentire gli spari del Kalashnikov.”

“Ciò che mi ha colpito è stata la giovinezza delle vittime e degli assassini, in un deliberato attacco al piacere di vivere”.

Ma chi ha commesso questi attentati?

Chi ha sparato con un Kalashnikov contro persone innocenti?

Chantal Guy non lo dice mai.

Le parole “Islam” e “islamista” non compaiono mai nel suo testo.

Lei parla di disastro.

Di eventi.

Ma la causa? Uffa.

Un dettaglio.

Che lei ha scelto di ignorare.

Storia, immagino, di non “alimentare l’islamofobia”.

Per parafrasare Lo sconosciuto da Camus: “Ieri Parigi è morta.

Forse sono stati i cristiani a sparare.

Il testo non lo dice. “Città maledetta. Presto il funerale.”

Non significa nulla. Forse erano buddisti”.

NASCONDI QUESTA CAUSA!

Ti faccio una domanda molto semplice.

E se fossero stati gli attivisti di estrema destra a uccidere a sangue freddo 129 persone quella fatidica sera?

Pensi che il giornalista di La stampa avrebbe nascosto questo fatto?

Ovviamente no.

Lo avrebbe scritto nel primo paragrafo. E lo avrebbe ripetuto almeno dieci volte.

Con ragione.

Perché non sarebbe un dettaglio.

Sarebbe addirittura al centro del massacro.

Nascondere deliberatamente perché 129 persone innocenti furono uccise, su quale pira ideologica furono immolate queste vittime, su quale altare pregarono i loro assassini, per quale causa furono massacrati come animali, significa ucciderli una seconda volta.

“Dare un nome sbagliato alle cose significa aggiungere sfortuna al mondo”, come diceva Camus.

INDIGNAZIONE SELETTIVA

Vi parlo di questo testo perché il silenzio assordante dell’autore la dice lunga sull’ipocrisia morale del nostro tempo.

Non passa giorno senza denunciare gli eccessi e i pericoli dell’estrema destra.

È molto semplice, vediamo fascisti ovunque.

Ma l’estrema sinistra? Non è pericolosa anche lei?

E che dire della minaccia islamista?

Perché i “soldati della giustizia sociale” che protestano a gran voce contro Israele non protestano anche contro l’Iran? Afghanistan? La Cina? Che dire di tutti gli altri paesi che imprigionano e giustiziano donne, omosessuali, oppositori del regime o membri di minoranze religiose?

NO. Puntiamo SEMPRE agli stessi obiettivi.

L’Occidente, l’estrema destra e la destra cristiana. Insomma, il diavolo bianco.

L’altro estremismo, quello che tende a sinistra e che abbraccia l’Islam (la religione dominante nelle comunità cosiddette “razzializzate”) è “protetto”.

O minimizziamo la sua pericolosità.

Oppure – quando versa sangue – ci “dimentichiamo” di dargli un nome.

Come se esistessero due tipi di estremisti.

I malvagi fascisti bianchi.

E quelli che sono diventati malvagi a causa dei malvagi fascisti bianchi.

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