Il primo ministro ungherese Orban tiene una mostra personale a Strasburgo, alla vigilia del suo discorso al Parlamento europeo

Il primo ministro ungherese Orban tiene una mostra personale a Strasburgo, alla vigilia del suo discorso al Parlamento europeo
Il primo ministro ungherese Orban tiene una mostra personale a Strasburgo, alla vigilia del suo discorso al Parlamento europeo
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L’uomo forte di Budapest ha resistito due ore senza perdere il suo splendore. In programma: 20 minuti di presentazione degli obiettivi della presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione europea (iniziata il 1° luglio e fino al 31 dicembre) e 1 ora e 45 minuti di domande e risposte con la stampa.

Viktor Orban non è stato certo destabilizzato dal fatto di dover passare, per raggiungere la sala, sotto i cartelli branditi da una dozzina di eurodeputati del gruppo Verde. Questi avevano dirottato lo slogan trumpista “Stop al furto”per trasformarlo in un’ingiunzione a Orban di fermarsi “rubare i soldi europei”in riferimento alle accuse rivolte al regime ungherese di appropriazione di fondi europei. Da segnalare, all’inizio dell’intervento, anche l’irruzione di Marton Gyekiczki, membro della Coalizione Democratica Ungherese, un giovane oppositore buttato a terra quasi subito ed evacuato dalle guardie del corpo. Niente che commuova Viktor Orban, che si è limitato a chiarirlo “L’ungherese era una lingua amante delle parole molto dure”. “Quando dici a qualcuno che è uno stronzo, significa semplicemente che non sei d’accordo con lui.” L’incidente si è concluso

Gli agenti di sicurezza hanno escluso un oppositore del primo ministro ungherese Viktor Orban, che intendeva interrompere la conferenza stampa. ©AFP o licenziatari

Sulla presidenza ungherese che presenterà mercoledì mattina davanti a un emiciclo che lo attende fermo, Viktor Orban ha giocato allarmista. “Nel 2011, la nostra ultima presidenza si è svolta alla fine della crisi finanziaria quando dovevamo gestire Fukushima ma oggi la situazione è molto più grave”.

“L’Ucraina perderà”

In questione, la guerra in Ucraina, sul territorio europeo, i conflitti in Medio Oriente e in Africa”di cui subiamo le conseguenze” e il suo argomento preferito, l’immigrazione. Sulla guerra in Ucraina è nota la posizione di Viktor Orban: “La strategia dell’Unione europea non è adeguata”. È tanto più necessario comunicare con la Russia come “L’Ucraina perderà”assicura. Qualificato come “Cavallo di Troia” del presidente russo Vladimir Putin, sa che lui “è una minoranza in Europa” ma consideralo “non è per questo che deve abbandonare il suo punto di vista”.

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Le sue osservazioni sull’immigrazione possono essere riassunte in una formula: “L’unico migrante che non resterà nel territorio dell’Unione è quello che non può entrare”. Per evitare ciò, raccomanda “hot spot esterni” dove trattare le domande di asilo e presentare domanda “Vertici Schengen” come i vertici dei vertici della zona euro, salutando di sfuggita il nuovo ministro degli Interni francese, l’estrema destra Bruno Retailleau.

Altro punto che gli sta a cuore: l’allargamento dell’Unione ai Balcani occidentali con particolare attenzione alla Serbia, il cui presidente Vucic si trova nella migliore delle ipotesi con Budapest e Mosca. Castigo “le élite europee di sinistra e di centro che pretendono di gestire gli affari europei” et “isolare questo o quel leader”ha insistito sul fatto che non voleva lasciare l’Europa “ma cambialo”con il sostegno dei suoi alleati di estrema destra: i francesi del Raggruppamento Nazionale, gli italiani della Lega, gli austriaci del FPÖ, l’olandese Geert Wilders, i Vlaams Belang… membri dei “Patrioti per l’Europa”.

“Rendere di nuovo grande l’Europa” ha proclamato, riprendendo lo slogan della presidenza ungherese, sul modello di quello di Donald Trump, di cui auspica la vittoria il 5 novembre. Vittoria che considera quasi acquisita, pretendendo di prepararsi “stappare lo champagne”.

“C’è fuoco nello Stato di diritto”

Poco prima di questo “Orban show”, l’eurodeputata verde Tinneke Strik ha organizzato una conferenza stampa sullo Stato di diritto in Ungheria, tema di cui è responsabile al Parlamento europeo. Accompagnata da un fronte unito di altri quattro deputati dalla sinistra alla destra del Parlamento europeo, l’olandese ha voluto evocare “tutto quello che Viktor Orban sicuramente non dirà mercoledì in plenaria”. Vale a dire “la cattura del suo Stato da parte del regime”.

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E citare gli attacchi contro la magistratura, la violazione dei diritti delle minoranze, la stigmatizzazione delle persone LGBT, le intimidazioni contro i difensori dei diritti umani, la corruzione, i freni al monitoraggio dell’utilizzo dei fondi europei ecc. “C’è fuoco nello Stato di diritto”ha concluso.

Per contrastare questo, i liberali e i centristi del gruppo Renew, “Si tratterà di fissare parametri di riferimento, di verificare se gli obiettivi vengono raggiunti in caso di congelamento dei fondi europei per mancato rispetto dello Stato di diritto” – In questo quadro sono attualmente congelati 19 miliardi di euro del bilancio europeo e del piano di ripresa per quanto riguarda l’Ungheria –, per valutare le tendenze”precisa la liberale belga Sophie Wilmès. È uno dei soggetti interessati del gruppo di lavoro Renew Europe che sta preparando una nota di posizionamento intesa a migliorare il meccanismo europeo di protezione dello Stato di diritto.

Presentato questo martedì mattina “affinché il Parlamento esprima la sua insoddisfazione per quanto sta accadendo in Ungheria”il presente documento è “in fase di finalizzazione” e “dovrebbe essere utilizzato durante le audizioni dei candidati commissari a novembre”precisa l’ex primo ministro. Forse per fermare quello che l’eurodeputata verde Mélissa Camara aveva descritto quella stessa mattina “scivolo di normalizzazione dell’estrema destra” al lavoro in Europa.

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