Il Cremlino vuole evitare una mobilitazione impopolare come quella del 2022 e desidera inviare a combattere solo volontari sotto contratto.
Nelle ultime settimane le autorità di diverse regioni russe hanno annunciato notevoli aumenti degli stipendi e dei bonus corrisposti ai russi che si offrono volontari per combattere in Ucraina. Il Cremlino, che vuole evitare una mobilitazione impopolare come quella di circa 300.000 uomini nel settembre 2022, assicura di voler inviare al fronte solo volontari sotto contratto. Se le perdite dell’esercito russo sono segrete, l’aumento delle retribuzioni e dei bonus resta un mezzo per ricostituire le fila delle unità decimate da oltre due anni e mezzo di sanguinosi scontri.
All’inizio di ottobre, la regione di Khanty-Mansiysk ha annunciato che avrebbe pagato lo stipendio record annuo di 5,27 milioni di rubli (circa 50.000 euro, ovvero più di cinque volte lo stipendio medio annuo russo) a chiunque si impegni sul fronte ucraino. Il bonus alla firma è stato fissato a 2,7 milioni di rubli (circa 25.400 euro). La regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, da parte sua, ha annunciato in ottobre di aumentare il bonus alla firma a 3 milioni di rubli (28.200 euro) rispetto agli 800.000 rubli previsti in precedenza per chi firma il contratto prima del 1° gennaio.
Anche in televisione crescono gli inviti a partecipare, così come nelle città dove le campagne di affissione pubblica sottolineano l’aumento delle vendite. Nella regione di Mosca, da luglio i manifesti promettono uno stipendio annuo di 5,2 milioni di rubli. Krasnodar, dal canto suo, ha quasi raddoppiato lo stipendio annuo, portandolo a 1,9 milioni di rubli (18mila euro). Si tratta del terzo raddoppio della retribuzione in questa regione dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022.
Stessa cosa per i residenti nella regione artica di Yamalo-Nenetsia, il suo importo ammonta ora fino a 1,1 milioni di rubli (10.300 euro) e nella regione di Maris (Alto Volga) fino a 500.000 rubli (circa 5.000 euro). E questa somma è stata moltiplicata per cinque (500.000 rubli) in Daghestan (Caucaso), una delle regioni più povere della Russia. A San Pietroburgo, ex capitale imperiale, l’aumento è più modesto: 1,8 milioni di rubli (17mila euro), rispetto a 1,3 milioni in precedenza.
Sempre per incentivare il reclutamento, a fine settembre il Parlamento ha approvato una legge che consente l’abbandono del procedimento penale contro chi si arruola per andare al fronte.