Quando il cardinale Parolin parla del dopo Francesco

Quando il cardinale Parolin parla del dopo Francesco
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C’è una grande giornata di folla al Palazzo del Collegio Romano, sede del Ministero della Cultura italiano, questo mercoledì 24 aprile. Un giornalista della RAI, Ignazio Ingrao, lancia un libro dal titolo Le cinque domande che agitano la Chiesa. Nella sala sono accorsi tutti dal Vaticano per partecipare all’evento. Nelle poltrone su ruote giallo senape ha preso posto il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, non lontano dal grande ordinatore del Giubileo del 2025, mons. Rino Fisichella, e dal promotore di giustizia del tribunale vaticano, Alessandro Diddi , funzionari del dicastero per la comunicazione o della comunità di Sant’Egidio, dell’ospedale Gemelli e alcuni ambasciatori.

Se la folla è così numerosa è perché tutti sono venuti ad ascoltare, quella sera, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede e la persona più alta del Vaticano dopo papa Francesco. Sotto lo sguardo di una statua del re Vittorio Emanuele II, il presule italiano presenta la sua visione del futuro della Chiesa. Ed evoca chiaramente una questione molto raramente affrontata in pubblico, in Vaticano: quella del dopo Francesco. “Che ne sarà delle riforme intraprese da Papa Francesco? “, afferma il cardinale Parolin riprendendo uno dei capitoli del libro che è venuto a presentare.

La Chiesa, continua, lo è “in costante riforma”e cade sotto lo spirito Santo ». “Il discernimento, che non è una semplice intuizione ma il frutto della continua preghiera nello Spirito, indicherà, nel tempo, a chi saprà essere paziente, come procedere”. elabora. Prima di concludere: “Non si può tornare indietro. »

Il cardinale Parolin non può ignorarlo, e questo è uno dei motivi dell’imponente udienza accorsa ad ascoltarlo al Ministero dei Beni Culturali: il suo nome è quello che compare in cima a molti elenchi di papabili circolante a Roma. Il diplomatico di carriera è visto da molti come un uomo tranquillo, capace di allentare la pressione nella Chiesa dopo un pontificato segnato dalle riforme. Previsioni di cui è ben consapevole Francesco, che puntualmente dice di non voler rinunciare al suo incarico. “Parolin fa un po’ campagna elettorale e il Papa lo sa, commenta sorridente un cardinale, vicino a Francesco. A volte le fa piccoli commenti, in pubblico, per farglielo sapere. »

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