– Il lupo è nell’ovile
La recente censura subita da un intellettuale che criticava Giorgia Meloni solleva il velo sulla natura di un governo chiamato a commemorare la Liberazione contro l’occupazione tedesca e il potere fascista.
Pubblicato oggi alle 7:38
La favola “Il bambino che gridava al lupo” racconta la disavventura di un giovane pastore che più volte si diverte a far credere agli abitanti del villaggio che il predatore stia attaccando le sue pecore. Cascandoci, gli abitanti non intervengono quando arriva il predatore. L’Italia sta attraversando una fase simile.
Da quando Giorgia Meloni è salita al potere nel 2022, l’opposizione ha continuato a gridare al ritorno del fascismo. Storia della mobilitazione delle truppe e della vittoria delle elezioni regionali e locali. Finora il governo ha soprattutto prolungato gli anni vuoti del berlusconismo. Ovvero vane promesse di ripresa economica, tagli fiscali, freno all’immigrazione e riduzione della povertà. Il bilancio risulta deficitario quanto le finanze dello Stato italiano.
Oggi, il caso diAntonio Scurati eppure va nella direzione denunciata dalla sinistra. Domenica, infatti, questo intellettuale di alto livello sarebbe apparso in televisione e avrebbe rimproverato al governo la sua difficoltà a definirsi antifascista. L’uomo è stato censurato dai vertici della Rai, oggi accusati di voler riscrivere il passato, promuovere il presente e denigrare l’opposizione.
Per ironia della sorte, questo legame malsano tra la televisione pubblica e l’esecutivo del paese è stato rafforzato con una legge promulgata nel 2015 da un cosiddetto uomo di sinistra, vale a dire Matteo Renzi. Una meteora politica che nel frattempo ha lasciato il Partito Democratico per fondare un movimento centrista.
Con l’affare Scurati il lupo si avvicina all’ovile. Lo capiranno gli italiani, che il 25 aprile hanno festeggiato la Liberazione contro l’occupazione tedesca e il potere fascista? A meno che non credano più, stanchi, alla minaccia del lupo…
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