La megacorrente marina Amoc si sta indebolendo e le sue conseguenze sono già visibili

La megacorrente marina Amoc si sta indebolendo e le sue conseguenze sono già visibili
La megacorrente marina Amoc si sta indebolendo e le sue conseguenze sono già visibili
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Il clima del nostro Pianeta dipende in gran parte da ciò che accade negli oceani. Tuttavia, non è solo il funzionamento dell’atmosfera ad essere disturbato trasmissionitrasmissioni dei gas serra, anche gli oceani. E l’uno colpisce l’altro, come un serpente che si morde la coda.

La megacorrente Amoc trasporta acque calde dall’Oceano Atlantico meridionale alle alte latitudini dell’Oceano Atlantico settentrionale. Quest’acqua poi si raffredda e forma “cellule” di diversa temperatura che svolgono un ruolo importante: ridistribuiscono il CaloreCalore e il carboniocarbonio in diverse aree. Questo meccanismo è essenziale per il funzionamento complessivo dell’oceano, della vita marina (facendo viaggiare il plancton) e del clima. La corrente Amoc influenza fortemente la bollettino meteorologicobollettino meteorologico dall’Europa, dall’America, ma anche dall’Africa. Partecipa anche alla circolazione delle acque di fondo delantarticoantartico, che sono le acque più fredde e ossigenate dell’oceano. Questi si trovano al di sotto dei 4.000 metri di profondità. Gli specialisti dell’oceano si riferiscono a queste acque di fondo come “ ventilazioneventilazione oceani”.

Anche le zone più inaccessibili degli oceani soffrono delle conseguenze del riscaldamento

Tuttavia, dallo studio americano emerge che il trasporto di acqua, verso i fondali dell’Antartide, è diminuito del 12% tra il 2000 e il 2020 a causa del notevole riscaldamento dell’Antartide occidentale. L’aumento delle temperature in Antartide indebolisce l’Amoc, che svolge quindi sempre meno il suo ruolo nel trasporto dell’acqua. Questa diluizione osservata delle acque fredde e profonde sarebbe quindi la prova che l’Amoc si sta indebolendo di anno in anno e che le sue conseguenze sono già percepibili. Questo riscaldamento non solo ha ridotto la quantità di acqua fredda sul fondo, ma ha anche contribuito all’innalzamento del livello del mare. Il riscaldamento di queste acque profonde avrebbe aumentato il livello del mare di ulteriori 2,8 mm.

Secondo la NOAA, questi risultati sui fondali dell’Antartide mostrano che anche le aree più inaccessibili, come gli oceani profondi, sono colpite dalle emissioni di gas serra legate alle attività umane. Lo studio si concentra qui sull’Oceano Atlantico settentrionale, ma queste prime osservazioni tendono a suggerire che questo tipo di trasformazione sarebbe presente in tutti gli oceani.


Una megacorrente marina sull’orlo del collasso

Articolo da Karine DurandKarine Durandscritto il 19 gennaio 2023

Il funzionamento del nostro Pianeta e la regolazione del clima globale dipendono in gran parte da diverse megacorrenti oceaniche. Gli scienziati sapevano già che la corrente atlantica Amoc avrebbe potuto indebolirsi a causa del riscaldamento, ma un nuovo studio, molto più pessimistico, spiega che un’altra grande corrente rischia di essere interrotta del tutto in futuro.

Secondo gli scienziati dell’Università della California, il riscaldamento dell’acqua di mare provoca il rallentamento delle principali correnti nell’Atlantico e nell’Oceano Antartico. In un nuovo studio pubblicato su Cambiamenti climatici naturalispiegano che se questo processo continua, si verificherà un immenso sconvolgimento del clima.

Indebolimento di due correnti essenziali alla regolazione del clima

Analizzando le previsioni di 36 modelli climaticimodelli climaticii ricercatori hanno scoperto che la Circolazione di ribaltamento meridionale dell’Atlantico (Amoc) e la Circolazione di ribaltamento meridionale dell’Atlantico (o Smoc), che fanno parte del circolazione termoalinacircolazione termoalina, rallenterà del 42% entro il 2100. Nei peggiori scenari di riscaldamento previsti dai modelli, la circolazione ribaltante meridionale potrebbe arrestarsi completamente entro il 2300. Il principale responsabile di questo indebolimento, o addirittura della completa disintegrazione, di queste correnti essenziali per regolare il clima, non è altro che il riscaldamento globale. Secondo l’autore principale dello studio, J. Keith Moore, “ ciò causerebbe un disastro climatico globale dello stesso ordine di tutti ghiacciaighiacciai scomparso».

Peggioramento del riscaldamento e scomparsa della vita marina

Grazie a questo meccanismo di circolazione, l’acqua calda viene spinta a nord, nell’Atlantico, verso la Groenlandia e la Norvegia: si raffredda, evapora e diventa più salata. Il suo peso maggiore lo fa poi scendere nelle profondità, in direzione sud. Questo movimentomovimento circola anche nutrientinutrienti che sono alla base del catena alimentarecatena alimentare. Inoltre, questa interazione tra l’acqua di mare eariaaria è all’origine di a reazione chimicareazione chimica che aiuta ad assorbire la CO2 e lo seppelliranno nelle profondità dell’oceano. IL fitoplanctonfitoplancton pompa allora questo diossido di carboniodiossido di carbonio per svolgere il suo fotosintesifotosintesi. L’indebolimento di queste grandi correnti oceaniche avrebbe quindi due conseguenze importanti:

  • riscaldamento aggravato del clima, perché gli oceani difficilmente potrebbero assorbire CO22uno dei principali gas serra;
  • una massiccia scomparsa della vita marina, perché il fitoplancton e gli altri nutrienti alla base della catena alimentare saranno in forte declino e non potranno più viaggiare con le correnti.

Oltre a questi due effetti principali, il meteo sarà completamente stravolto: un indebolimento, anche lieve, dell’Amoc comporterà un notevole calo della precipitazioneprecipitazione in alcune regioni del mondo, come l’Africa. Gli autori sottolineano che la sopravvivenza dell’umanità dipende dal buon funzionamento di questa “pompa di carbonio”: senza di essa tutta la CO2 che emettiamo attraverso le nostre attività non avranno altra scelta che disperdersi nell’atmosfera, provocando l’esplosione dell’innalzamento delle temperature.

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