T“Finché la loro presenza qui a Doha, come abbiamo sempre detto, sarà utile e positiva per questo sforzo di mediazione, resteranno qui”.Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, in una conferenza stampa.
Il Paese del Golfo, che dal 2012 ospita la sede politica del movimento islamista palestinese con la benedizione degli Stati Uniti, svolge il ruolo di mediatore nei negoziati tra Israele e Hamas su una tregua, accompagnata dal rilascio di ostaggi e prigionieri.
Ma queste discussioni, portate avanti anche attraverso l’Egitto e gli Stati Uniti, sono ad un punto morto, poiché entrambi i campi si accusano a vicenda di bloccarle.
Il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha dichiarato la scorsa settimana che il suo Paese sta “conducendo una rivalutazione globale del (suo) ruolo” di mediatore, alimentando le speculazioni su una possibile partenza di Hamas dall’emirato.
La guerra è stata innescata da un attacco senza precedenti di Hamas il 7 ottobre sul suolo israeliano, che ha provocato la morte di 1.170 persone, principalmente civili, secondo un rapporto dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani.
Più di 250 persone sono state rapite e 129 rimangono prigioniere a Gaza, 34 delle quali sono morte secondo funzionari israeliani. Un centinaio sono stati rilasciati durante la tregua di fine novembre.
Secondo il Ministero della Sanità di Hamas, la risposta israeliana nella Striscia di Gaza ha provocato 34.183 morti, per lo più civili.
