Parigi continua a inseguire le regole di Bruxelles-Libération

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Annunciando nella sua dichiarazione di politica generale che il deficit pubblico non tornerà al di sotto del 3% del PIL prima del 2029, Michel Barnier infrange ulteriormente le regole europee. Senza (ancora) correre il rischio di vere e proprie sanzioni.

Rinviando dal 2027 al 2029 il ritorno del deficit pubblico francese al di sotto del 3% del Pil, come previsto dal Patto di stabilità e crescita (PSC), Michel Barnier non ha sorpreso nessuno a Bruxelles di fronte allo slittamento incontrollato dei conti nazionali: invece del 5.1 % annunciato, il deficit dovrebbe attestarsi attorno al 6% nel 2024 anche se la Francia non è in recessione. Un’impresa.

Pertanto, ridurre il deficit di 3 punti percentuali in tre anni avrà un brutale effetto recessivo che nessuno vuole. Tanto più che la Germania, il peso massimo della zona euro, è già in recessione a causa del crollo del suo modello mercantilista che la rendeva dipendente dalla Russia per l’energia, dalla Cina per il commercio e dagli Stati Uniti per la difesa. Il problema è che il PSC, sospeso a marzo 2020 durante la crisi Covid, è stato riapplicato da gennaio, il che significa che va rispettata la doppia regola del deficit massimo del 3% e del debito pubblico del 60%. Inoltre, a giugno, la Commissione ha avviato una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti di cinque paesi della zona euro (che ne ha venti), tra cui Francia e Italia, al fine di costringerli ad adeguarsi. .

Fortunatamente per Parigi,

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