“Penso al nostro ometto ogni giorno”

“Penso al nostro ometto ogni giorno”
“Penso al nostro ometto ogni giorno”
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Ospite sul set di C a te, Mercoledì 2 ottobre, lo sceneggiatore Pat Perna è venuto a parlare della graphic novel che ha appena realizzato con il designer Christophe Gaultier. In Gregoriol’autore ripercorre la vicenda del piccolo Grégory, un ragazzino il cui corpo fu ritrovato senza vita a Vologne il 16 ottobre 1984. Una vicenda molto pubblicizzata all’epoca e ancora oggi, le indagini sono ancora in corso. Naturalmente, a distanza di 40 anni dalla tragedia, il mistero che circonda questo omicidio resta irrisolto. Per raccontare questa storia, il padre di Grégory, Jean-Marie Villemin, ha accettato di collaborare con Pat Perna. Di fronte ad Anne-Élisabeth Lemoine, l’autore racconta come ha lavorato con il padre del bambino.

“L’unica cosa che mi sembrava appropriata in quel momento era avvicinarmi agli esseri umani e cercare di incarnarli”, spiega parlando dei genitori del giovane Grégory. “Ciò che rende questa storia non una storia che si sofferma sull’orrore. È una storia d’amore nonostante la tragedia”, aggiunge il presentatore di C per te prima di citare le poche righe scritte da Jean-Marie Villemin nella prefazione alla graphic novel. “Questo fumetto onora la memoria di Grégory, ne sono felice. Penso a Christine, la ringrazio per essere sopravvissuta a tutte le nostre disgrazie, la ringrazio per la sua presenza nella mia vita e penso intensamente ogni giorno al nostro ometto Grégory, che ci dà la forza di vivere, senza di lui, per vivere fuori dall’odio, vivere felicemente e vivere per la sua memoria.dichiara Anne-Élisabeth Lemoine.

Caso Grégory: 40 anni dopo la tragedia, perché suo padre rompe il silenzio?

L’uscita di questa graphic novel segna la prima uscita di Jean-Marie Villemin dal 1994. Rifiutandosi di concedere un’intervista, il padre di Grégory spiega nella prefazione dell’opera cosa lo ha spinto a rompere il silenzio. “L’esposizione mediatica può essere una piaga, soprattutto in un caso legale. L’antidoto è la discrezione”scrive Jean-Marie Villemin, secondo Pubblicazione. Con l’avvicinarsi del 40° anniversario dell’assassinio di suo figlio, ha voluto anticipare la notizia “valanghe di progetti editoriali e televisivi” sul caso. “Mi sono detto che dovevamo agire piuttosto che soffrire”dichiara ancora. Da parte sua Christine Villemin, la madre del bambino, ha accettato il progetto, ma preferisce restare a distanza, non volendo più avere a che fare con la stampa.

Crediti fotografici: AGENCE / BESTIMAGE

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