Politica EDITORIALE. Il crepuscolo dei Giochi, l’alba delle illusioni politiche

Politica EDITORIALE. Il crepuscolo dei Giochi, l’alba delle illusioni politiche
Politica EDITORIALE. Il crepuscolo dei Giochi, l’alba delle illusioni politiche
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Le luci del più grande evento sportivo del mondo si sono spente.

La musica si è fermata, raccogliamo i festoni sparsi che ricoprono il terreno, testimoni effimeri dell’euforia passata. È la fine della festa, il momento in cui abbandoniamo il sogno per tornare alla vita di tutti i giorni, quella della politica francese… La fine di Giochi olimpicisegna l’epilogo delle procrastinazioni politiche estive, Barnier e i suoi ministri sono finalmente al lavoro.

Ma mentre in molti paesi europei, coalizioni politiche si formano, in nome dell’interesse generale; la Francia, da parte sua, si abbandona a posture politiche fuori dal tempo. In una danza arcaica, ripetendo gli stessi gesti, sorda agli echi del presente.

La sinistrafedele a se stessa, si prepara a scendere in piazza, brandendo il pugno e scandendo slogan per denunciare con fervore la nomina di un governo che lei considera illegittimo. Nel frattempo, il blocco centrale, impantanato nei calcoli tecnocratici e nelle regole del tre, cerca di convincersi di avere una solida maggioranza.

Lui gioca con i numeri, sperando di mantenere il precario equilibrio delle sue alleanze. Quanto al National Rally, si sente ancora dispiaciuto per se stesso “fronte repubblicano” che, secondo lui, gli hanno rubato la vittoria. Ma piangendo troppo su questa sconfitta, dimentica l’essenziale: il suo programma economico traballante, la sua flagrante mancanza di preparazione e i suoi candidati mal scelti che hanno contribuito, molto più dei suoi avversari, a privarlo di una maggioranza che sembrava assicurata.

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