“Un giovane sciamano”, antenati o non esserlo – Libération

“Un giovane sciamano”, antenati o non esserlo – Libération
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Critico

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Un lungometraggio mongolo con un’adolescente magnificamente interpretata.

Primo film del regista mongolo Lkhagvadulam Purev-Ochir, Un giovane sciamano è stato premiato al festival Tre Continenti di Nantes, e a Venezia, dove il suo interprete principale, l’esordiente Tergel Bold-Erdene, ha ricevuto il premio di performance della sezione Orizzonti. Premio meritato, poiché il suo personaggio di Zé, un giovane intercessore tra gli umani e gli spiriti, ma anche un adolescente in pieno risveglio romantico e sessuale, anima il film e gli conferisce la sua atmosfera. Ora custode di una spiritualità che lo collega alle radici profonde della Mongolia, poi adolescente del suo tempo, affascinato dai portici multicolori e dai centri commerciali del centro di Ulan Bator, Zé lavora occasionalmente come sciamano. Passando di yurta in yurta, nascosto sotto una maschera, si lascia invadere dallo spirito dei suoi antenati e rinuncia alla sua identità per la durata delle cerimonie che gli procurano un po’ di denaro.

Allo stesso tempo, Zé vive la sua prima storia d’amore con Maralaa, una giovane ragazza del suo tempo che difficilmente crede a queste storie di possessione. Tergel Bold-Erdene è a tutti i livelli e dà ampiezza a una storia di apprendimento che a volte potrebbe sembrare un po’ accademica: testardo, dispettoso, insensibile o incoraggiato, assume le metamorfosi di Zé – materializzate dai suoi cambiamenti di acconciatura – fino a diventare un’ellisse questo ci riporta quasi alla sequenza iniziale del film. Ma nel frattempo qualcosa è successo, l’appropriazione da parte di Zé del suo p

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