per un mese, la metropoli di Orléans accoglie sul palco la Svizzera

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Non c’è fuoco al lago, ma devi essere preparato. Dal 27 febbraio al 3 aprile, il festival Meet Mit Com Con invita, sotto la guida della Scène nationale d’Orléans, artisti svizzeri a esibirsi nella metropoli “per incontri tonificanti come la famosa pianta caramellata”. Attorno ad esso, undici strutture portanti si uniscono per ospitare un festival multidisciplinare: circo, performance, musica, teatro, arti visive…

Da L’Astrolabe al Centro Nazionale d’Arte Drammatica e al Centro Coreografico Nazionale di Orléans, da L’Alliage (Olivet) al Théâtre de la Tête noire (Saran), dal Théâtre Gérard-Philipe a Bouillon (La Source) e, infine, , del Conservatorio di Orléans presso il Fondo Regionale d’Arte Contemporanea (Frac), lascia il posto a “una valanga di artisti e creatività. Pensavi di conoscere la Svizzera», chiede Scène nationale. Preparatevi a scoprirlo sotto una nuova luce.

Un festival svizzero come una bambola russa

Dopo il Belgio nel dicembre 2023, è infatti un focus svizzero a cui gli spettatori sono invitati con proposte che dovrebbero piacere a quante più persone possibile. «E anche se è un festival svizzero, funziona come una bambola russa», sorride Christophe Galent, direttore del National Stage. “Perché nel bel mezzo di questa seconda edizione, dall’11 al 15 marzo, ci sarà un momento clou con il massimo delle proposte. »

La programmazione è stata concordata con le strutture interessate e con il Centro Culturale Svizzero, filiale francese di Pro Helvetia, la fondazione svizzera per la cultura, che, durante i lavori delle sue sedi parigine, da settembre 2022 è in tournée in tutta la Francia.

“Lakiko” della violoncellista Lana Kostic, tra electro jazz e pop, un’esperienza musicale coinvolgente.

La boccata d’aria fresca inizierà quindi, il 27 febbraio, a Le Bouillon con Niagara 3000di e con Pamina de Coulon, “la persona che parla più velocemente del mondo, sul tema della crisi climatica, ma con un torrente di aneddoti più che un discorso documentaristico”.

Gli ultimi appuntamenti sono dati al Théâtre de la Tête noire (TTN), a Saran, con due spettacoli di Joël Maillard, i cui titoli valgono da soli la deviazione: I nostri addii (remake) et Resilienza, il mio culo. “Spettacoli innumerevoli ma in un universo insolito che mi ricorda quello del clown Buffo, interpretato da Howard Buten, che ci ha appena lasciato”, sottolinea Patrice Douchet, direttore di TTN.

Pronti per un faccia a faccia con un orso?

Nel frattempo ci sarà tempo per ballare con il Geneva Junior Ballet, che eseguirà tre brani di diversi coreografi. Un’introduzione prima di altri quattro brani coreografici presentati durante il festival. Non mancherà un mini-focus sul collettivo svizzero di arti performative Old Masters, che presenterà due pezzi, tra burattini viventi e teatro, The House of My Mind e Original Soundtrack.

Testa a testa con un orso, circo con oggetti in ceramica, conferenza su arti visive e architettura (Frac) e musica di ogni genere a L’Astrolabe (Peter Kernel e One Sentence. Supervisor), a L’Alliage (Beethoven & Ravel: a meeting), all’Institut (Lakiko) e al Théâtre d’Orléans (Thom Luz), ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età. Pronti per iniziare a cantare jodel?

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