Quattro sguardi di donne
Il regista ha scelto quattro donne per questa mostra. Questa non è una coincidenza. «A volte le donne sono più coraggiose nel difendere i propri diritti», spiega Christian Egger, portando l’esempio della studentessa apparsa in mutande davanti all’Università di Teheran nel novembre 2024.
Nelle sue immagini, la fotografa americana Maude Arsenault mostra il corpo femminile. Spesso sessualizzato dallo sguardo maschile, il corpo della donna è crudo nelle fotografie dell’artista. Restituisce alla femminilità la sua autodeterminazione e la sua soggettività, un modo per le donne di rivendicare il proprio corpo così come la propria immagine.
Attraverso l’obiettivo dell’artista Alexandra Catières, vincitrice del Premio Camera Clara nel 2024, ritratti in bianco e nero. Attraverso le prospettive bielorussa, francese e americana, il fotografo cerca una sorta di universale. Emozioni che ci uniscono tutti: dolore, tristezza e morte.
Sara Kontar, fotografa siriana, documenta la vita delle donne fuggite dalla guerra nel suo paese. Come creano una nuova casa per se stessi, lontano dalle loro radici. In particolare ritualizzando l’atto di tagliarsi i capelli.