Nei pressi del Museo d’Orsay (7° arrondissement), questo venerdì mattina, la giornata sembrava del tutto normale. I visitatori aspettano al freddo prima di entrare nel museo e alcuni fotografano le statue che si trovano nella piazza.
Non ne è rimasta alcuna traccia ma poche ore prima, durante la notte, quelle stesse statue erano state bersaglio di diversi individui. Questi ultimi collocarono braccialetti ostili all’interruzione volontaria di gravidanza (aborto) su queste sculture in ghisa rappresentanti donne, simboli dei sei continenti del globo, nonché su statue rappresentanti animali. “Per esempio, sulla zampa dell’elefante c’era un braccialetto”, indica il museo d’Orsay, che precisa di aver immediatamente sporto denuncia.
Gli individui sono stati subito individuati dagli agenti preposti alla sorveglianza del luogo e il museo ha immediatamente chiamato la polizia. Per il momento nessuna informazione conferma o smentisce l’arresto dei criminali.
Questa azione contro l’aborto avviene in concomitanza con la celebrazione, il 17 gennaio 2025, del cinquantesimo anniversario della legge Velo, che ha depenalizzato l’aborto in Francia nel 1975. Giovedì, nove studenti, attivisti di Action Française, sono stati condannati per aver vandalizzato un busto di Simone Veil, a La Roche-sur-Yon (Vandea).
L’installazione di questi braccialetti ricorda anche quella dei numerosi adesivi anti-aborto attaccati sui Vélib di tutta la capitale, nel maggio 2023. Un’azione rivendicata dal collettivo “Les Survivants”. Per il momento, né Action Française né i Sopravvissuti hanno rivendicato l’azione avvenuta nei pressi del museo d’Orsay.