«Il teatro non è morto! » A proclamarlo è stata la giovane Charlotte Issaly, e il riferimento al movimento punk è tutt’altro che casuale. Quel teatro non è morto, l’attrice, 25 anni, ne è l’incarnazione vivente. L’abbiamo notata subito, in due spettacoli di Sylvain Creuzevault, L’estetica della resistenzatratto dal libro-sintesi di Peter Weiss (che andrà in scena all’Odéon-Théâtre de l’Europe, a Parigi, a marzo), e Stella alpina [France Fascisme]in cui interpretava, tra tutta una costellazione di fascisti francesi, Robert Brasillach (1909-1945). In entrambi i casi si è distinta per la sua presenza inconfutabile e per la profondità del suo modo di suonare. Tanto da guadagnarle una valanga di proposte: da qui a gennaio 2026 avrà in cartellone ben sei spettacoli. .
Leggi il rapporto (nel 2023): Articolo riservato ai nostri abbonati “Istruzione” e “L’estetica della resistenza”, di Peter Weiss, il ritorno al teatro di un autore inquieto
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Lo slogan punk, e la rabbia per la vita che esprime, non è, per Charlotte Issaly, una civetteria borghese bisognosa di rivolta. La giovane donna ha fatto molta strada. Da“un ambiente familiare violento”da cui fuggì appena poté, all’età di 15 anni, rifugiandosi presso gli amici o vivendo talvolta per strada, a Saint-Denis (Seine-Saint-Denis). Il teatro e l’arte in generale sono nati molto presto, “come un’ancora di salvezza, nel senso stretto del termine”ha detto. “Ho scoperto il teatro alle medie, all’età di 11 anni, quando la mia classe lavorava Cirano de Bergerac. Tutto si è cristallizzato per me in questa stanza: ho capito che non era normale essere picchiati in famiglia. Cirano mi ha salvato: ogni volta che stavo male, ho imparato a memoria interi brani, e ho superato quello che mi capitava. Perchè Cirano? È qualcuno che ha una deformità, che non sente di appartenere allo stesso mondo degli altri e che sceglie il linguaggio per uscirne. È il mio viatico nella vita, questa stanza. »
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