Souad Labbize vince il Premio Ibn Khaldoun-Senghor 2024 per la sua traduzione del romanzo di Amira Ghenim

Souad Labbize vince il Premio Ibn Khaldoun-Senghor 2024 per la sua traduzione del romanzo di Amira Ghenim
Souad Labbize vince il Premio Ibn Khaldoun-Senghor 2024 per la sua traduzione del romanzo di Amira Ghenim
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L’autrice e traduttrice letteraria francofona Souad Labbize ha vinto il Premio Ibn Khaldoun-Senghor 2024 per la sua “magistrale traduzione” in francese del romanzo “Le Désastre de la maison des notables” della scrittrice tunisina Amira Ghenim, ha informato martedì sera l’Organizzazione internazionale delle la Francofonia (OIF) sulla sua pagina ufficiale.

Questo riconoscimento è stato annunciato la sera di martedì 3 dicembre 2024, durante la cerimonia di premiazione organizzata presso l’Istituto del mondo arabo (IMA) a Parigi.

“Il disastro della casa dei notabili” è la traduzione francese del romanzo in arabo “Nazilat Dar El Akaber” di Amira Ghenim, pubblicato nel 2020 dalle edizioni Masciliana e premiato nello stesso anno con il Comar d’Or per il romanzo arabo. Tradotta da Souad Labbize (Algeria-Francia-Tunisia), l’edizione francese di 494 pagine è stata pubblicata nell’agosto 2024 da Éditions Philippe Rey (Francia) in coedizione con Barzakh – Collection Khamsa (Algeria).

Questo romanzo ripercorre più di cinquant’anni di storia tunisina, dalla lotta per l’indipendenza alla rivoluzione del 2011. Descrive l’intersezione dei destini di due famiglie borghesi: i Naifers, conservatori e rigidi, e i Rassaa, progressisti e liberali, in un contesto di sconvolgimento politico.

Souad Labbize, anche lei poetessa, scrittrice e antologa, è stata tra i quattro finalisti di questo prestigioso premio: Ilyass Amharar (Marocco/Francia) per “Lingua e teologia Abū Bakr Ibn al-ʿArabī (543/1148)”, Sarah Rolfo (Belgio) per “Il pane sulla tavola dello zio Milad” di Mohammed Alnaas (Libia) e Marie Tawk (Libano) per la sua traduzione in arabo di “The Elusive War” di Jean-Marc Moura (Francia).

La giuria, presieduta da Bassam Baraké, segretario generale dell’Unione dei traduttori arabi (Libano), è composta da Abdesslam Benabdelali (Marocco), professore di filosofia, traduttore, saggista e critico letterario, Zahida Darwiche-Jabbour (Libano), professoressa di Letteratura francese e traduttrice, Fayza El Qasem (Francia), professoressa emerita alla Scuola Superiore di traduttori e interpreti, Mohammed Mahjoub (Tunisia), filosofa, traduttrice e scrittrice, e Hana Subhi (Francia e Iraq), traduttrice e docente di letteratura francese all’Università Parigi-Sorbona di Abu Dhabi.

Nata in Algeria nel 1965, Souad Labbize ha vissuto in Germania e Tunisia prima di stabilirsi a Tolosa. Dopo il suo primo romanzo “Avrei voluto essere una lumaca”, ha scritto raccolte di poesie come “Una scala tascabile per raggiungere il cielo” e “Draghe d’amore”, oltre al racconto “Passare sopra la pozzanghera dove si riflette l’inferno.

Molto impegnata nella difesa dell’uguaglianza tra uomini e donne, scrive a nome delle donne che intraprendono la strada dell’esilio per affermare la propria indipendenza. La sua raccolta “Io attraverso il filo spinato”, ha vinto il Premio di Poesia Mediterranea nel 2020.

Il Premio di Traduzione Ibn Khaldoun-Senghor in Scienze Umane, creato nel 2008 dall’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF) e dall’Organizzazione Araba per l’Educazione, la Cultura e le Scienze (ALECSO), premia ogni anno una traduzione dal francese all’arabo o dall’arabo al francese, favorendo così gli scambi culturali e letterari tra il mondo arabo e quello francofono.

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