Medievalista d’eccezione che, tra i primi, impose i metodi dell’antropologia storica rileggendo la società toscana della fine del Medioevo, i rapporti di potere e di parentela, i loro rituali e le loro rappresentazioni, strategie di nome e di parentela, Christiane Klapisch-Zuber muore a Parigi il 29 novembre, alla vigilia del suo 88esimo compleanno.
Colei che ha trascorso tutta la sua carriera (1962-2002) all’interno della Scuola Pratica di Studi Avanzati (VI sezione), divenuta nel 1975 Scuola di Studi Avanzati in Scienze Sociali (EHESS), è stata anche una pioniera, con Michelle Perrot e Pauline Schmitt-Pantel, di questa storia del rapporto tra il maschile e il femminile che, per comodità, chiamiamo storia delle donne a partire dalla grande opera collettiva diretta da Michelle Perrot e Georges Duby (Plon, 1990-1992) di cui piloterà la sezione medievale.
Se Christiane Zuber nacque a Mulhouse il 30 novembre 1936 in una famiglia protestante della borghesia industriale, lasciò l’Alsazia all’età di 3 anni, quando suo padre si arruolò per sfuggire all’incorporazione negli eserciti del Reich. Dopo due anni di vagabondaggio, la famiglia si stabilisce a Chantilly (Oise). Mentre suo padre, ingegnere chimico, lavorava a Creil, il bambino scoprì la sorte dei soldati nordafricani affamati detenuti dai nazisti nelle scuderie di Chantilly. Più tardi, fu segnata, ancor più che dai bombardamenti e dall’eccitazione della Liberazione di fine agosto 1944, da queste donne rasate, in lacrime, esibite come dubbi trofei.
Indignato dai crimini della colonizzazione
La nascente coscienza politica si affermò presto, non tanto con gli echi della guerra d’Indocina, soffocati in una famiglia conservatrice dove questi argomenti venivano messi a tacere, quanto con l’inizio dell’insurrezione algerina che coincise con il suo ingresso negli studi superiori. Fatto infatti, poiché prima di Christiane, nessuna ragazza della famiglia aveva avuto accesso a questo livello di studi.
Andò poi a scuola a Chantilly, a causa della mancanza di scuole superiori, dall’età di 10 anni al liceo Lamartine di Parigi (1947-1953). Fu allora che prese forma la sua vocazione professionale. Un viaggio con la nonna a Firenze, in Italia, all’età di 14 anni, dal quale tornò abbagliata, “innamorato” diceva di Botticelli, poi, all’ultimo anno, professore che, saputo che era destinata alla storia dell’arte e all’Ecole du Louvre, rivedeva il suo progetto verso l’alto, in considerazione delle sue capacità: Hypokhâgne, khâgne e l’Ecole Normale Supérieure di Sèvres prima della Scuola Francese di Roma. Si lascia guidare e ci riesce.
Dopo le lezioni preparatorie a Janson-de-Sailly (1953-1955), è a Sévrier. Ma a margine degli studi che la conducono all’aggregazione di Storia e Geografia (1959), si lega ai compagni di studio che condividono la sua indignazione per i crimini di colonizzazione, gli abomini commessi contro coloro che aspirano alla loro emancipazione.
Membro di una rete di supporto FLN
Tra loro, Fatima-Zohra Imalhayène, la prima algerina ad iscriversi alla Scuola, che protesta contro la repressione in Algeria e per questo viene esclusa. Nello stesso periodo, questa giovane donna di 21 anni pubblica il suo primo romanzo, Setesotto lo pseudonimo di Assia Djebar, che la portò a essere presentata come la “Sagan algerino”poiché condividono lo stesso editore, René Julliard.
Solidale con Assia, Christiane Zuber ha cercato di aiutare i membri del FLN, ha partecipato a manifestazioni di piazza, ha aderito all’Unione degli Studenti Comunisti (UEC) ma, delusa dalla mancanza di prospettive di soluzione, si è rifugiata nelle letture, nelle rivelazioni dell’uso della tortura o del caso Audin rivelatesi leve di coscienza decisive. I libri pubblicati da François Maspero, gli impegni di Pierre Vidal-Naquet, trasmessi da L’Osservatorechiamalo all’azione.
Come aveva fatto un anno prima di assumere il suo incarico al liceo di Compiègne, dopo un viaggio in Marocco nel febbraio 1960 con Assia Djebar dove conobbe lo scrittore Mohammed Dib, si legò con Etienne Bolo, filosofo ed energico attivista, tra il la rete Curiel, aiuta nella distribuzione di volantini, trasferimenti di fondi e rappresentanti del FLN all’estero.
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Ma quando presta per una notte la sua stanza in Place de l’Estrapade a un algerino clandestino, viene arrestata e incarcerata alla Petite Roquette a Parigi, accusata di mettere in pericolo la sicurezza dello Stato. Vi rimase dal settembre 1960 al luglio 1961, sue compagne di reclusione furono le donne della rete Jeanson condannate nel processo per “portavaligie”ha assistito alla fuga di dieci di loro, ha temuto le conseguenze del golpe di Algeri, prima respirando, finalmente liberato, poi amnistiato senza essere stato condannato. Ma non avendo potuto insediarsi a Compiègne, Christiane Zuber non può insegnare amministrativamente. In attesa di trovare una soluzione, diventa dattilografa dell’avvocato Mourad Oussedik, difensore degli attivisti dell’FLN, raccogliendo testimonianze del massacro parigino del 17 ottobre 1961.
Lavoro pionieristico sul catasto fiorentino
Nel gennaio 1962 decise di riprendere il suo progetto di tesi. Se ai tempi della Normale Sup aveva lavorato sotto la direzione di Charles-Edmond Perrin, fu Jacques Le Goff a venirle in aiuto. Mentre riprende la direzione della sua terza tesie avviare il ciclo Carrara e i suoi marmi 1300-1600 suggerito da Ruggiero Romano (supportato nel 1966, fu pubblicato nel 1969 con il titolo I maestri del marmo), la presentò insieme a Robert Philippe a Fernand Braudel, che paradossalmente – il recente episodio militante non si addiceva né all’uomo né alla sua formidabile moglie – le offrì un posto di assistente di ricerca presso l’EPHE.
Professoressa assistente (1969-1980), Christiane Klapisch-Zuber – adottò il nome del suo compagno, il fisico Robert Klapisch – lavorò per più di dieci anni con lo storico americano David Herlihy sullo studio catastocatasto fiorentino del 1427, un documento fiscale di cui forniscono un’edizione informatizzata, un approccio pioneristico e un monumento di storia quantitativa che copre 60.000 famiglie (Toscani e le loro famiglie, 1978). Questa visione demografica mescolata con l’antropologia storica apre una prospettiva sociale di incredibile acutezza. Allo stesso tempo, Christiane Klapisch-Zuber lancia un seminario all’EHESS con André Burguière su famiglia, filiazione e donne. Un percorso che non lascerà mai.
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Rilegge instancabilmente le strutture di parentela in una prospettiva antropologica: apparirà La Casa e il nome (EHESS, 1990), L’ombra degli antenati (Fayard, 2000), compresa la versione illustrata, L’albero genealogico (La Martinière, 2003), mostrando la rappresentazione della genealogia, richiama il gusto dello storico per l’arte e le immagini – che sarà confermato dallo sfolgorante Ladro del paradiso. Il buon ladrone nell’arte e nella società (Alma, 2015).
“Ha scosso il mondo dei medievalisti”
Restituire la società fiorentina nella sua dimensione carnale e simbolica (Ritorno in cittàEHESS [2006], Fatti un nome. L’invenzione della celebrità nel Rinascimento, Arkhe [2019], Matrimoni fiorentini, EHESS-Gallimard-Seuil [2020], Firenze alla scrivaniaEHESS [2023]), la grande medievalista lo ha fatto instancabilmente con una penna elegante dove ogni parola è contata, nei suoi libri come negli articoli delle numerose riviste alle quali preziosamente partecipa (Clio, Medievale).
Didier Lett, la cui tesi è stata diretta da Christiane Klapisch-Zuber, rimane stupito dalla sua intelligenza, vivacità, intuizione e capacità di creare nuovi campi: “Con il suo modo di andare in punta di piedi, come per non disturbare, ha scosso il mondo dei medievalisti con la sua opera pionieristica che ha rivoluzionato la storia sociale e culturale. Lascia un corpus di opere immenso, diversificato e straordinariamente originale. »
Christiane Klapisch-Zuber in alcune date
30 novembre 1936 Nascita a Mulhouse (Alto Reno)
1960 Incarcerata a Petite Roquette per il suo sostegno all’FLN
1962 Entra 6e Sezione EPHE
1966 Tesi di 3e ciclo su “Carrara e i suoi marmi”
1979 Medaglia di bronzo del CNRS
1990 “La casa e il nome: strategie e rituali nell’Italia del Rinascimento” (EHESS)
2000 “L’ombra degli antenati” (Fayard)
2015 “Il ladro del paradiso”. Il buon ladro nell’arte e nella società” (Alma)
29 novembre 2024 Morte a Parigi