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A Brest, la febbre del sabato sera [Billet]

A Brest, la febbre del sabato sera [Billet]
A Brest, la febbre del sabato sera [Billet]
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Questa è Brest, ovviamente. Qui bere un drink al bistrot non ha mai spaventato nessuno. Mangia un boccone in un ristorante in coppia, con la famiglia o gli amici, non di più. Per quanto riguarda la creazione di una tela durante il fine settimana, è praticamente un affare fatto. Qui siamo a Brest, ovviamente, e uscire la sera fa parte di una sorta di cultura popolare, di usi e costumi locali, come si dice a Parigi. A che punto questa verità, più volte verificata, si è trasformata nell’irrazionale, in un sabato alla fine di Miz du? Non è stato più tardi di sabato scorso, di questo 30 novembre 2024. Sì, quello, proprio quello. Gli storici di domani, se l’argomento interessa, certificheranno addirittura che furono intorno alle 19 che la scossa fu avvertita con la massima intensità. In quel preciso momento o non molto tempo fa, 15.000 persone battevano i piedi sul tetto della città pregando che Kenny Lala spiazzasse il portiere dello Strasburgo per il rigore. In questo esatto momento o giù di lì, dall’altra parte della città, 9.000 ragazzi diretti a “Raptown” stavano aspettando Niska e Heuss il Bastardo in un centro espositivo surriscaldato. In quell’esatto momento o nel giro di pochi minuti, 5.000 tifosi o simili si preparavano ad acclamare il divino Zaho di Sagazan all’Arena. In questo preciso momento o in un futuro molto prossimo, alcune centinaia di amanti della musica anglofili e amanti di Tinderstick stavano finendo di studiare attentamente il repertorio in attesa che le porte del Quartz si aprissero.

O come dimostrare attraverso il rigore delle cifre che gli antidoti alle molteplici preoccupazioni del momento sono presi d’assalto, qualunque sia la proposta sul palco in pantaloncini, gonna, jeans attillati o pantaloni da jogging.

Non c’è bisogno di esagerare con il calcolo per affermare senza errori che questo sabato sera circa 30.000 persone erano all’aperto a Brest in uno dei quattro teatri dei loro sogni, a loro scelta. Su una popolazione totale di circa 140.000 abitanti, il rapporto è pazzesco. O come dimostrare attraverso il rigore delle cifre che gli antidoti alle molteplici preoccupazioni del momento sono presi d’assalto, qualunque sia la proposta sul palco in pantaloncini, gonna, jeans attillati o pantaloni da jogging. Lasciarsi andare, come raccomandano nei manuali esoterici di sviluppo personale, non è necessario cercare oltre. E ancora, nessuno si è azzardato a sommare al favoloso totale il numero di chi ha mangiato al ristorante e di chi ha realizzato un quadro. E ancora meno, di chi è andato al bistrot. Sarebbe troppo.

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