Lunedì mattina si è svolta un’importante riunione del Consiglio di amministrazione della PMU sul futuro. Al centro di questo incontro confidenziale, al quale hanno partecipato rappresentanti dell’istituzione, del PMU e dello Stato, nonché due amministratori esterni, il bilancio 2025. Un bilancio questa volta controverso, visto che il PMU ha rivisto al ribasso l’utile netto distribuito al settore che nel corso dell’anno sia stato più o meno ben digerito. Da 851 milioni di euro preventivati, questa cifra è passata a 838 milioni di euro quest’estate e a 835 milioni di euro adesso, essendo passata la manifestazione del 7 novembre e l’annullamento delle gare a causa della neve del 21. “Il bilancio 2025 è stato votato dalla maggioranza degli aventi diritto, fornisce una fonte vicina al caso. Il PMU ha quindi un budget e un piano triennale. Solo i rappresentanti di una società madre, vale a dire la SETF, sono rimasti al loro posto votando contro”. Ciò che preoccupa gli oppositori di questo bilancio sono le proiezioni immaginate dal PMU con una ridistribuzione che passerebbe successivamente da 835 a 845 milioni di euro senza fare affidamento su grandi innovazioni, dal momento che il PMU è ancora al lavoro informatico per renderlo più agile. Se in primavera si potessero effettuare uno o più audit, dalla parte dell’operatore storico, intendiamo sovraperformare puntando in particolare sulla forza vendita; non ci sono mai stati così tanti punti vendita in Francia come oggi, ovvero 14.200. Riuscirà il PMU a raggiungere i suoi obiettivi come spesso è avvenuto in passato? I trottatori ne dubitano, i galoppatori molto meno. Secondo la memoria degli specialisti un simile dissidio tra le due società madri non è frequente e mai con i vecchi statuti una delle due associazioni si sarebbe trovata in minoranza al momento delle votazioni.
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