Accordo per la vendita di un Monet in relazione alla persecuzione nazista

Accordo per la vendita di un Monet in relazione alla persecuzione nazista
Accordo per la vendita di un Monet in relazione alla persecuzione nazista
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Il Kunsthaus di Zurigo, uno dei musei più prestigiosi del paese, ha annunciato mercoledì che venderà un dipinto di Claude Monet dalla sua collezione, dopo un accordo amichevole con gli eredi di un collezionista ebreo perseguitato dai nazisti. “Naturalmente, ci aspettiamo di vedere questo magnifico dipinto lasciare il Kunsthaus dopo la sua vendita, come parte della soluzione giusta ed equa trovata, e ce ne rammarichiamo molto”, ha ammesso Philippe Hildebrand, presidente della Zurcher Kunstgesellschaft che sovrintende al museo , citato in un comunicato stampa.

Il Kunsthaus, come altri musei in tutto il mondo, ha lanciato una vasta campagna per verificare se le opere delle sue ricche collezioni siano presenti direttamente o indirettamente a seguito della persecuzione nazista dei collezionisti ebrei prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. “Gli eredi della famiglia Sachs accolgono con favore il desiderio della Zurcher Kunstgesellschaft di trovare una soluzione giusta ed equa per quest’opera, che Carl Sachs è stato costretto a vendere dopo essere emigrato in Svizzera”, ha dichiarato il loro avvocato, Me Imke Gielen.

L’“Uomo con l’ombrello” di Monet proviene dalla collezione di Carl Sachs, un imprenditore tessile ebreo che visse in Polonia. Si rifugiò in Svizzera nel 1939, con la moglie Margarete, squattrinata, per sfuggire ai nazisti.

«Per entrare in Svizzera dovevano anche impegnare le opere di loro proprietà che si trovavano al Kunsthaus», spiega il museo. Fino alla sua morte, avvenuta nel dicembre 1943, “è accertato che (Carl) Sachs dovette vendere tredici opere che aveva immagazzinato in Svizzera”.

“L’Uomo con l’ombrello di Monet, venduto al Kunsthaus di Zurigo, è la prima opera dalla quale (Carl) Sachs è stato costretto a separarsi per far fronte alle sue gravi difficoltà finanziarie.” “Questa vendita affrettata era necessaria per garantire la sussistenza dei coniugi Sachs, il che costituiva una situazione di costrizione”, spiega il museo.

Secondo il Codice Etico dell’ICOM (Consiglio Internazionale dei Musei), la quota spettante alla Zürcher Kunstgesellschaft verrà versata nel fondo destinato alla collezione del Kunsthaus, precisa ancora il comunicato stampa.

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