Ritiro controverso di Alain Crête: la barca affonda all’RDS

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La fine della televisione tradizionale sembra sempre più imminente, soprattutto a fronte della rapida evoluzione delle piattaforme digitali.

Ma c’è un altro problema. Per i giovani giornalisti di RDS, l’annuncio dell’imminente ritiro di Alain Crête, figura leggendaria del canale, è un duro colpo sotto diversi aspetti.

Alain Crête, pilastro della radiodiffusione sportiva del Quebec, ha recentemente annunciato che andrà in pensione tra due anni, nel 2026.

Questa decisione suscita un palpabile disappunto tra i giovani giornalisti di RDS, che vedono in lui sia un mentore che un ostacolo.

Da un lato la sua lunga carriera è ammirata e rispettata; d’altro canto, la sua presenza prolungata è stata spesso percepita come un ostacolo all’ascesa delle nuove generazioni.

Rimanendo in carica, veterani come Crête occupano posizioni di valore, limitando le opportunità per i giovani laureati in giornalismo che escono dal college con la speranza di trovare lavoro nel settore.

Questo è sempre stato il problema di RDS. Gaston Therrien, Guy Carbonneau, François Gagnon, Stéphane Leroux e soci sono tutti competenti, ma ad un certo punto bisogna dare una possibilità alle nuove generazioni.

Questa situazione è amplificata dalla minaccia imminente rappresentata dalla fine dei diritti di trasmissione televisiva dei Montreal Canadiens per RDS nel 2026.

Se RDS e TVA Sports perdessero questi diritti, ciò porterà inevitabilmente a massicci licenziamenti all’interno dei due canali.

Lo Sports Network (RDS) e Geoff Molson, proprietario dei Montreal Canadiens, si separeranno inevitabilmente. Il motivo è semplice: visioni diametralmente opposte e interessi profondamente contrastanti.

Da anni RDS, di proprietà di Bell Media, è un attore chiave nella trasmissione delle partite dei Montreal Canadiens.

Nel 2026, il contratto tra TVA Sports e NHL scadrà e RDS sperava di riconquistare il monopolio sulla trasmissione delle partite del CH.

Di fronte alle voci insistenti sull’imminente chiusura di TVA Sports, RDS ha atteso questa scadenza con una certa serenità, convinta di poter diventare nuovamente la principale fonte di trasmissione delle partite di hockey.

Tuttavia, Geoff Molson, il visionario proprietario dei Montreal Canadiens, aveva altri piani. Invece di rinnovare un contratto di trasmissione con RDS o TVA Sports, Molson deciderà di lanciare il proprio servizio di streaming a pagamento.

Ispirato dai giganti dello streaming come Apple TV, Molson prevede di trasmettere le partite della sua squadra direttamente attraverso la sua piattaforma, HABS TV. Alcune partite verranno trasmesse anche su Amazon.

Questa coraggiosa decisione sconvolgerà il panorama dei media sportivi del Quebec. Con HABS TV, Molson prevede di generare enormi entrate, capitalizzando direttamente sui portafogli degli appassionati fan dei Montreal Canadiens.

Questo modello di streaming a pagamento trasformerà il modo in cui i tifosi accedono alle partite della loro squadra preferita, ma richiederà anche loro di pagare di tasca propria direttamente al proprietario del CH.

Per RDS questa nuova strategia di Molson è un duro colpo. Perdendo i diritti di trasmissione delle partite della CH, RDS rischia di perdere una parte significativa del suo pubblico e dei suoi ricavi.

La potenziale chiusura di TVA Sports potrebbe significare la scomparsa simultanea delle due principali emittenti sportive, un destino ironico in cui i rivali di lunga data cadranno insieme.

Per ironia della sorte, questa situazione potrebbe offrire qualche consolazione al Quebecor e al suo presidente, Pierre-Karl Péladeau. Se TVA Sports e RDS scomparissero, il Quebecor potrebbe vedere questa doppia caduta come una sorta di giustizia poetica. Dopotutto, se uno deve andarsene, l’altro potrebbe anche seguirlo, riducendo così il dolore della perdita.

In questo scenario complesso, il vero vincitore resta Geoff Molson. Lanciando HABS TV, non solo controlla la trasmissione delle partite della sua squadra, ma monetizza anche l’esperienza dei tifosi in un modo nuovo e redditizio.

Molson si assicura così una fonte di reddito diretta e potenzialmente redditizia, consolidando la propria posizione sia finanziariamente che strategicamente.

Preparatevi all’arrivo di HABS TV nel 2026. Gli appassionati di hockey dovranno abituarsi a un nuovo modo di guardare le partite, pur essendo pronti ad aprire i loro portafogli.

In questa guerra mediatica, Geoff Molson ha chiaramente preso un vantaggio, lasciando RDS e TVA Sports in una corsa contro il tempo per la loro sopravvivenza.

Alain Crête, ben consapevole di questa realtà, ha scelto questo preciso momento per pianificare la sua partenza.

“Continuerò per altri due anni con RDS, perché il nostro contratto con i Montreal Canadiens e la National Hockey League scade tra due anni. Questa sarà la mia vera pensione e lascerò spazio ad altri”ha spiegato, evidenziando così una transizione strategica prima del potenziale collasso dei canali sportivi.

“Diventerò piuttosto vecchio, diciamo, quindi ci sarà tempo per fare altro. »

Ha però annunciato anche una graduale riduzione delle sue presenze, concentrandosi solo sulle giornate di gara.

“Dal prossimo anno sarà solo hockey. Lavorerò solo nei giorni delle partite, quindi non lavorerò quando non ci sono partite. La gente mi ha detto di non fare un taglio drastico ed è quello che farò. »

Per i giovani giornalisti di RDS questa situazione evidenzia un futuro incerto. Da un lato, il ritiro di figure leggendarie come Alain Crête potrebbe aprire la strada a nuove voci e prospettive; dall’altro, la potenziale perdita dei diritti di trasmissione dei Montreal Canadiens potrebbe significare meno posti disponibili, aumentando la concorrenza e l’instabilità nel settore.

Con la televisione tradizionale in supporto vitale, questi giovani professionisti si ritrovano a navigare in un panorama mediatico in trasformazione, dove il futuro sembra tanto cupo quanto incerto.

La fine della TV tradizionale? La fine di un sogno per tanti giovani giornalisti. Dal lato di Alain Crête, salta dalla nave… prima che affondi…

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