Il dollaro è stato spinto dalle dichiarazioni del governatore della Fed

Il dollaro è stato spinto dalle dichiarazioni del governatore della Fed
Il dollaro è stato spinto dalle dichiarazioni del governatore della Fed
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Mercoledì il dollaro è salito in seguito ai commenti di un funzionario della Federal Reserve (Fed), che era aperto ad aumenti dei tassi se l’inflazione fosse aumentata, in vista dell’indice previsto per venerdì. Intorno alle 09:40 GMT (11:40 a Parigi), il biglietto verde si è apprezzato contro la moneta unica che ha perso lo 0,18% a 1,0695 dollari, ma anche contro la valuta britannica che è scesa dello 0,13% a 1,2669 dollari.

Martedì a Londra, la governatrice della Fed Michelle Bowman, citata dal Financial Times, ha dichiarato di essere rimasta “disposto ad aumentare” nuovamente gli oneri finanziari “se i progressi sull’inflazione si fermassero o addirittura invertissero”, vale a dire se i prezzi stagnano o tornano ad accelerare. Queste osservazioni “riflettono il dibattito all’interno della Fed sulla possibilità che la banca centrale possa iniziare a tagliare i tassi di interesse quest’anno, o anche prima delle elezioni presidenziali di novembre”osserva John Plassard, analista di Mirabaud.

In questo contesto, i prossimi dati sull’inflazione di venerdì saranno particolarmente esaminati dal mercato. Misura favorita dalla Fed, l’indice d’inflazione PCE negli Stati Uniti per maggio dovrebbe scendere leggermente venerdì, al 2,6% su un anno, dopo essersi stabilizzato in aprile al 2,7% su un anno, secondo il consensus analisti intervistati da Marketwatch e Bloomberg. L’indice CPI, su cui sono indicizzate le pensioni, era sceso a maggio al 3,3% su un anno, rispetto al 3,4% di aprile.

Secondo i dati diffusi martedì, la fiducia dei consumatori è peggiorata nel mese di giugno negli Stati Uniti, ma leggermente meno del previsto. Le famiglie americane sono leggermente più pessimiste per i mesi a venire, pur rimanendo fiduciose in questa fase sulla forza del mercato del lavoro. Da parte sua, il bitcoin ha continuato a scendere, perdendo lo 0,71% a 61.474 dollari. Lunedì è sceso a 58.528 dollari, il minimo dall’inizio di maggio.

Dal 5 giugno la valuta digitale più famosa ha perso circa il 13% del suo valore. “Bitcoin ha subito un movimento di liquidazione” investitori negli ultimi giorni, riassume Simon Peters, analista di eToro.

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Un calo attribuito alla minore domanda di fondi indicizzati ETF, nonché all’incertezza sulla politica monetaria americana, che avrà un impatto sul dollaro, il valore concorrente del bitcoin, osserva l’analista. A marzo, bitcoin ha raggiunto il massimo storico, a 73.797 dollari, in seguito all’approvazione dei fondi indicizzati ETF indicizzati a questa criptovaluta sul mercato americano.

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